di Silvia Guggiari
Nel 1945, esattamente il 6 e 9 agosto, lo sgancio di due bombe atomiche in Giappone causò la distruzione delle città di Hiroshima e Nagasaki. Pagine di storie che sembrano ormai lontane ma che vengono richiamate dalla drammatica attualità. Ed è proprio per non dimenticare e per trasmettere alle nuove generazioni quanto avvenuto 80 anni fa che la Facoltà di Teologia, in collaborazione con l’USI, con il Club giapponese in Ticino e con il patrocinio della Città di Lugano e del Cantone, propone una mostra inedita, per la prima volta al di fuori del Giappone, formata da 30 pannelli provenienti dall’Hiroshima Peace Memorial Museum. «Sono delle immagini forti che raccontano il disastro della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki e che intendono sensibilizzare in modo particolare le nuove generazioni e ricordare alle generazioni meno giovani cosa è successo», spiega Myriam Di Marco, docente alla FTL e promotrice dell’iniziativa.
Ma cosa possono trasmettere queste immagini in bianco e nero a giovani che percepiscono la storia del ‘900 come qualcosa di tanto lontano? «Viviamo in una società basata sulle immagini. Attraverso le fotografie dell’epoca, tra le quali alcune anche molto crude, la mostra può entrare nel cuore dei visitatori con l’obiettivo di farci riflettere, di metterci di fronte a una disarmante realtà e riportare la riflessione sugli effetti causati dall’atomica nel 1945, e che può ancora oggi essere una reale minaccia».
Dal percorso proposto dall’esposizione si percepisce bene come lo sgancio delle due bombe abbia avuto conseguenze enormi sulle città rase al suolo, ma anche sull’intera popolazione giapponese «che si è sentita colpita nel cuore della propria identità».
La mostra, che è esposta nei corridoi del Palazzo Rosso dell’USI fino al 23 novembre, si rivolge innanzitutto ai giovani studenti universitari, ma anche a tutto il territorio ticinese (si può accedere liberamente negli orari di apertura dell’Campus): «Questo evento che ci è stato proposto dal Camelia club giapponese – spiega Myriam Di Marco – rappresenta una bellissima collaborazione tra USI e FTL per ragionare su una pagina di storia in maniera critica e approfondita».
Nel ricordo l’appello per la pace
A corollario della mostra, mercoledì 19 novembre si terrà una conferenza dal titolo «Nel ricordo l’appello alla Pace: 80 anni di Hiroshima e Nagasaki», durante la quale «sarà presente il gesuita americano M. Antoni J. Ucerler, esperto in storia cristiana giapponese, che terrà un intervento dal titolo “La croce e la cenere, Nagasaki testimone di fede e speranza nei secoli”»: il religioso racconterà la tragedia del 9 agosto 1945, della cattedrale cattolica di Urakami, simbolo sacro dell’Asia, e della città di Nagasaki, custode di una storia di fede e di resilienza lungo i secoli, segnata anche da diverse persecuzioni. Ucerler evidenzierà come, a partire dalla distruzione causata dalla bomba atomica, la società cattolica giapponese sia riuscita a reagire a questo drammatico evento”. Interverrà poi la prof.ssa Annalisa Manera, docente a Zurigo di ingegneria nucleare, che spiegherà in maniera semplice il nucleare e quali sono gli effetti sugli essere umani. Durante la conferenza verrà proiettato anche un video con le testimonianze inedite di alcuni sopravvissuti.
Info su www.ftl.usi.ch