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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (8 maggio 2025)
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  • I giovani della missione di lingua albanese di Lucerna in pellegrinaggio a Roma

    I giovani e il Conclave: la loro preghiera e le loro attese da piazza San Pietro

    da Roma Cristina Vonzun

    Sono tantissimi e portano colore e tanta vivacità. Già di buon mattino si incamminano in via della Conciliazione per il pellegrinaggio giubilare: scolaresche, associazioni, gruppi giovanili. Sono qui per il Giubileo poi, dopo aver valicato la Porta Santa e pregato alla tomba di Pietro, si fermano in piazza e aspettano la fumata. Per la cronaca quella di poco precedente il mezzogiorno dell’8 maggio era nera.

    Ma loro che sono il futuro della Chiesa cosa si portano dentro?

    Il ricordo della GmG di Rio e l’incontro con Bergoglio

    Luis, brasiliano di 23 anni. È qui in piazza mi dice grazie al fatto che il primo papa latinoamericano della storia, al secolo Jorge Mario Bergoglio, lo ha conquistato. Aveva 13 anni nei giorni della Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Tre milioni di persone a Capocabana con Francesco. Quel giorno secondo Luis “fu il reale inizio del Pontificato di Francesco, una folla così grande, nella sua America latina”. E poi traccia il paragone “neppure Lady Gaga riesce a riunire così tanti giovani”. Luis non crede che i cardinali brasiliani abbiano possibilità soprattutto perchè i media non ne parlano. Il cardinale di Rio de Janeiro è Tempesta, allineato, come gli altri porporati brasiliani, mi dice, sulle posizioni di Francesco. Ma il suo cuore batte ancora per quell’incontro del 2013. I giovani hanno bisogno di volare alto, hanno bisogno di profeti.

    La piazza si riempie in attesa della prima fumata dell'8 maggioI giovani di lingua albanese della missione di Lucerna

    Poco dopo vedo un gruppone con una bandiera arrivare in piazza. Li avvicino e iniziamo a parlare in inglese, poi scopro che vengono da Lucerna anche se parlano albanese: sono i ragazzi della missione cattolica kossovara di lingua albanese di Lucerna, accompagnati dal loro parroco. Sono in pellegrinaggio giubilare. “Questi ragazzi e ragazze della nostra parrocchia appartengono a gruppi diversi: il gruppo dei volontari, di danze tradizionali albanesi, il gruppo dei lettori. Alcuni di loro quindi rappresentano tanti dei vari gruppi che abbiamo nella nostra missione cattolica. Siamo qui per il Giubileo” ci dice don Anton, il parroco della missione lucernese.

    Luis di Rio de Janeiro, attende la fumata del giorno in piazza San PietroMa come pregano i giovani per la scelta del nuovo papa?

    “Per loro è un’esperienza davvero particolare. Per tanti è la prima esperienza di un evento simile. Prima abbiamo celebrato in San Pietro la Santa Messa e poi nei nostri momenti di gruppo, preghiamo perchè lo Spirito Santo ci doni al più presto il nuovo papa”.

    Una ragazza del vostro gruppo prima di ha detto di “pregare che il nuovo Papa faccia crescere l’unità nella Chiesa”. I giovani del mondo hanno davanti a breve, grandi tappe importanti: il giubileo dei giovani a Roma, la GmG in Corea del Sud. Quali sono le attese di questi giovani sulla figura del papa?

    “I giovani hanno apprezzato molto papa Francesco, quindi intuisco che vogliono un papa in continuità. Un Papa vicino al mondo, alla gente, alle situazioni difficili, ai poveri, ai migranti e a tutte quelle situazioni che tante volte non vengono capite e colte da altri. Nella figura del Papa vedono la figura del buon pastore”.

    Giornalisti in piazza San Pietro, in uno dei box predispostiMarie e Luc di Parigi

    Mentre esco dalla piazza e imbocco via della conciliazione trovo Marie e Luc che sono una giovane coppia francese. Anche loro in pellegrinaggio giubilare. La parola che raccolgo è quella di un

    “papa che abbia carisma, che sappia stare vicino alla gente, che capisca i giovani e i loro ideali di Chiesa che fa incontrare Dio”.

    Fumata nera e tanti profili che ritornano in mente

    Chissà se dal camino della Sistina tra qualche ora uscirà una fumata bianca. Tra le attese dei giovani che vanno dritto all’evangelizzazione, al buon Pastore capace di dialogo con il mondo, difensore dei deboli e degli oppressi fino al desiderio degli adulti di qualcuno che sappia parlare ai potenti in questo mondo lo Spirito Santo indichi un profilo adeguato per reggere la Chiesa di questo tempo. Tra i 32 della lista stilata dalla nostra redazione che ha spulciato i media, ci sono figure che un po’ corrispondono a questi profili, anche se meno nominate: Michale Czerny, canadese di origine boema, responsabile del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, che ha tutte le attenzioni del caso ai poveri, migranti e via dicendo, con un profilo anche da diplomatico, uomo sinodale quanto carismatico. Purtroppo è gesuita. Ma anche mons. Aveline il vescovo di Marsiglia, per non tornare al cardinale Tagle e David delle Filippine, a Zuppi di Bologna e altri ancora come il cardinale di Barcellona Omella. Restiamo in attesa, pregando tra la folla perché lo sia lo Spirito Santo a scegliere!

    La fede che dà senso: voci ungheresi tra attesa e preghiera

    Qualche ora dopo, tra i tanti volti e bandiere che continuano ad affluire in piazza San Pietro, incontro tre giovani ungheresi. Sono qui perché uno di loro sta svolgendo un programma Erasmus a Roma e ha invitato le sue due amiche a vivere insieme questo momento storico. Portano con sé una bandiera magiara, come altri gruppi arrivati in questi giorni per pregare anche per il loro cardinale, Peter Erdo, tra i nomi più citati come possibile successore di Pietro.

    Alla domanda su cosa significhi per loro la fede, rispondono con semplicità e profondità. Una delle ragazze dice: “La fede dà stabilità alla mia vita”. Il giovane racconta che il suo rapporto con Dio è qualcosa di “profondo e interiore”. La terza ragazza parla di Dio come “Colui che mi apre agli altri, alla testimonianza verso il prossimo”. Anche da queste parole emerge il desiderio, condiviso da tanti giovani in piazza, di una Chiesa che parli al cuore e alla vita concreta di ciascuno.

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