Oggi il Vangelo della liturgia ci parla di Gesù che, nel tempio di Gerusalemme, denuncia davanti al popolo l’atteggiamento ipocrita di alcuni scribi. A questi ultimi era affidato un ruolo importante nella comunità d’Israele: leggevano, trascrivevano e interpretavano le Scritture. Perciò erano tenuti in grande considerazione e la gente prestava loro riverenza”. Con queste parole, oggi, Papa Francesco ha cominciato la sua meditazione all'Angelus domenicale di mezzogiorno.
Parte, come sempre dalla pagina del Vangelo, Papa Francesco, che continua: “Al di là delle apparenze, però, spesso il loro comportamento non corrispondeva a ciò che insegnavano. Alcuni, infatti, forti del prestigio e del potere di cui godevano, guardavano gli altri “dall’alto in basso”, si davano delle arie e, nascondendosi dietro una facciata di finta rispettabilità e di legalismo, si arrogavano dei privilegi e arrivavano persino a commettere veri e propri furti a danno dei più deboli, come le vedove”.
Persone “corrotte” così le definisce Papa Francesco, gli scribi. Persone - che come Gesù stesso raccomanda - alle quali “stare alla larga”. E aggiunge: “Anzi, con la sua parola e il suo esempio, come sappiamo, insegna cose molto diverse sull’autorità. Ne parla in termini di sacrificio di sé e di servizio umile di tenerezza materna e paterna nei confronti delle persone, specialmente di quelle bisognose. Invita chi ne è investito a guardare gli altri, dalla propria posizione di potere, non per umiliarli, ma per risollevarli, dando loro speranza e aiuto”.
La pagina del Vangelo, allora, diviene motivo di guardare al presente e di chiedersi: “Io come mi comporto nei miei ambiti di responsabilità? Agisco con umiltà, oppure mi faccio vanto della mia posizione? Sono generoso e rispettoso con le persone, oppure le tratto in modo sgarbato e autoritario? E con i fratelli e le sorelle più fragili, sto loro vicino, so chinarmi per aiutarli a rialzarsi?”.
In conclusione Francesco ha pregato per la popolazione di Valencia colpita dal nubifragio e per la pace nel mondo.
Fonte:acistampa /red
All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.