31 dicembre nella Basilica Vaticana dove papa Leone XIV ha presieduto i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. E' la prima volta per papa Leone XIV. Il volto visibilmente commosso. "Deus, in adiutórium meum inténde. Dómine, ad adiuvándum me festína" intona il coro della Cappella Sistina per i Primi Vespri della solennità della Madre di Dio. Ed è proprio da questi che prende spunto l'omelia di papa Leone XIV: una Liturgia che definisce "di una ricchezza singolare, che le deriva sia dal vertiginoso mistero che celebra, sia dalla collocazione proprio alla fine dell'anno solare. Le antifone dei salmi e del Magnificat insistono sull'evento paradossale di un Dio che nasce da una vergine, o, detto a rovescio, della maternità divina di Maria". E continua sempre sulla festa della Madre di Dio che "concludere l'Ottava del Natale, ricopre il passaggio da un anno all'altro e stende su di esso la benedizione di Colui «che era, che è e che viene»".
Il disegno di Dio di pace e certi disegni umani di conquista
Parla poi di Disegno di Dio, della nascita del Salvatore: "Un disegno misterioso ma con un centro chiaro, come un alto monte illuminato dal sole in mezzo a una fitta foresta: questo centro è la «pienezza del tempo»". Ed è sempre sul tema del Disegno che si concentra l'omelia di papa Leone XIV: "In questo nostro tempo sentiamo il bisogno di un disegno sapiente, benevolo, misericordioso. Che sia un progetto libero e liberante, pacifico, fedele, come quello che la Vergine Maria proclamò nel suo cantico di lode: «Di generazione in generazione la sua misericordia / si stende su quelli che lo temono»". Ma il nostro tempo contemporaneo presenta "altri disegni": "Sono piuttosto strategie, che mirano a conquistare mercati, territori, zone di influenza. Strategie armate, ammantate di discorsi ipocriti, di proclami ideologici, di falsi motivi religiosi".
Ma il male non può vincere perché la Madre di Dio ha "vinto i superbi nei loro cuori". Maria è il simbolo della speranza. Maria è al centro di tutto e delle parole del pontefice. E della Vergine sottolinea la "piccolezza", la sua umiltà. E allora lo sguardo del pontefice si concentra proprio sui "piccoli": "Dio ama sperare con il cuore dei piccoli, e lo fa coinvolgendoli nel suo disegno di salvezza. Quanto più bello è il disegno, tanto più grande è la speranza. E in effetti il mondo va avanti così, spinto dalla speranza di tante persone semplici, sconosciute ma non a Dio, che malgrado tutto crede in un domani migliore, perché sanno che il futuro è nelle mani di Colui che gli offre la speranza più grande".
Il richiamo al Giubileo
E il tema della speranza richiama il Giubileo che si sta concludendo in questi giorni. Le parole di papa Leone XIV sono chiare in merito: "Il Giubileo è un grande segno di un mondo nuovo, rinnovato e riconciliato secondo il disegno di Dio. E in questo disegno la Provvidenza ha riservato un posto particolare a questa città di Roma. Non per le sue glorie, non per la sua potenza, ma perché qui hanno versato il loro sangue per Cristo Pietro e Paolo e tanti altri Martiri. Per questo Roma è la città del Giubileo". E allora il pontefice si chiede: "Cosa possiamo augurare a Roma? Di essere all'altezza dei suoi piccoli. Dei bambini, degli anziani soli e fragili, delle famiglie che fanno più fatica ad andare avanti, di uomini e donne venuti da lontano sperando in una vita dignitosa".
E concludiamo: "Ringraziamo tutti coloro che nei mesi e nei giorni del 2025 hanno lavorato al servizio dei pellegrini e per rendere Roma più accogliente. Questo era stato, un anno fa, l'auspicio dell'amato Papa Francesco. Vorrei che lo fosse ancora, e direi ancora di più dopo questo tempo di grazia. Che questa città, animata dalla speranza cristiana, possa essere al servizio del disegno d'amore di Dio sulla famiglia umana. Ce l'ottenga l'intercessione della Santa Madre di Dio, Salus Populi Romani”.
fonte: acistampa/red.