di Cristina Vonzun
Anche in Ticino in questi giorni sono diversi i commenti riguardo al tema che tiene banco nella vicina Italia di siti internet e pagine social sessiste a partire dalla vicenda del gruppo Facebook “mia moglie” con oltre 32 mila iscritti che condividevano e commentavano a piacimento immagini e foto intime e private delle proprie fidanzate, compagne o mogli per commentarne l’aspetto e via dicendo. Siti in cui - con l’Intelligenza artificiale - si scopre che venivano prese anche immagini di donne note, trasformandole a piacimento degli utenti. Ora senza innescare una guerra tra i sessi e senza riprendere argomenti ampiamente espressi da altri colleghi giornalisti, tra i quali il leso diritto alla privacy, vorrei sottolineare un aspetto: quello più generale del bullismo da tastiera che a mio parere non è che la manifestazione online di un fenomeno ormai dilagante: il bullismo che viene dall’alto verso chi è fragile o semplicemente è ritenuto tale. Premessa: non sempre, infatti, chi è considerato fragile è fragile davvero, ma piuttosto lo è agli occhi del bullo di turno.
Non so, a me pare - basta farsi un giro nella politica mondiale – così repentinamente mutata, almeno a livello di atteggiamenti esteriori – per rendersi conto che il bullismo è sempre più evidente, accettato e legittimato, almeno di fatto se non in teoria.
Ne abbiamo una prova ogni giorno nei notiziari dove si assiste - ormai rassegnati - a forme di bullismo di politici di superpotenze verso politici di altri paesi, verso altri paesi da parte di paesi che si credono o possono ritenersi economicamente o militarmente più potenti, verso popoli bombardati fino allo stremo da potenze più forti e via dicendo. Non parliamo poi, se guardiamo agli scenari bellici, della sorte riservata a donne, bambini, prigionieri di guerra e anziani. Detto questo, senza scadere in qualsivoglia moralismo, direi che il problema che mi pare emergere sia non solo quello – giustamente sottolineato da altri commentatori di un necessario cambio di mentalità e di leggi che proteggano il web - ma di un contesto culturale più vasto, nel quale modelli comportamentali che ormai sembrano imporsi influenzano la scala di valori personali, come sanno fare i peggiori esempi. E chi è ritenuto fragile - per qualsiasi motivo - ne fa le spese. Siamo in un mondo dove anche il bullismo è globalizzato con il rischio che si trasformi in un trend espresso poi in forme e contesti diversi, dalla guerra all’economia fino ai siti web e viceversa.
C’è quindi bisogno di ribadire l’antica e buona regola, non solo evangelica ma condivisa in tutte le culture e religioni, che dovrebbe essere il trend da far passare nella società e cultura di oggi per salvarla dalla brutalizzazione: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” e che Gesù nel Vangelo ridice al positivo: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”. E proporre esempi virtuosi, di quelli che salvano l’umanità in noi e negli altri.