di Silvia Guggiari
Una missione nata e cresciuta grazie all’incessante operato di due donne e al sostegno di tante mani generose dall’Italia e dalla Svizzera: a Sembé, nella Repubblica del Congo, nel 1996 non c’era nulla, eppure Anita Poncini, 89 anni di Ascona, nella vita insegnante, e suor Rita Panzarin, veneta di 79 anni, quest’ultima suora francescana del Sacro Cuore, vennero mandate qui per avviare una missione a sostegno alla popolazione: “Non c’era nulla – raccontano le due missionarie-, neanche la nostra casa. Al nostro arrivo abbiamo trovato un luogo isolato e malfamato con difficoltà di accesso e senza strade. Ci voleva coraggio e fiducia a rimanere ma sapevamo che non eravamo sole. Se il Signore ci aveva mandato, ci avrebbe dato anche la forza per continuare e questo lo abbiamo costatato subito attraverso il “Gruppo lavoro Africa” che si è messo al nostro fianco per aiutarci e per sostenerci”.
La situazione del Paese
Anita e suor Rita spiegano che Sembé è considerato un crocevia con il Camerun e il Gabon: “Negli anni la costruzione delle strade ha contribuito notevolmente al miglioramento del Paese e offerto possibilità di scambi. Malgrado la povertà, la popolazione oggi fa del suo meglio: la coltivazione del cacao è una delle risorse principali accanto ad altri prodotti come il mais, la merce viene venduta ed esportata dai commercianti camerunesi”. Ancora oggi la popolazione del Congo è formata da diversissime e innumerevoli etnie e si divide in due grandi gruppi, i bantu e i pigmei: “Questi ultimi, presenti da 200mila anni, sono tuttora considerati con disprezzo, emarginati, trattati come schiavi da buona parte dei bantu. Ci diamo molto da fare per proteggerli e per aiutarli”.
L’ospedale e le scuole
Negli anni, il sostegno che arriva alle missionarie è così grande che quello che riescono a realizzare in campo sanitario ed educativo viene oggi ricordato come il “miracolo di Sembé”: in pochi anni hanno dato vita Centro medico Shalôm che oggi rappresenta un punto di riferimento per tutto il nord del Congo, conta 93 posti letto e 34 dipendenti tra medici e personale e dal 2020 è riconosciuto come centro trasfusionale, tubercolosi e HIV/SIDA. “Nel tempo abbiamo visto la situazione sanitaria migliorare notevolmente; basti pensare che anche i pigmei che abitano ancora in mezzo alla foresta hanno capito che le cure tradizionali non sono abbastanza e vengono da noi per farsi curare”.
Le due missionarie lavorano costantemente anche nel campo educativo dove, grazie al sostegno dall’Italia e dalla Svizzera, danno vita a tre scuole con 500 alunni ognuna con ampi cortili con pozzi: “Al nostro arrivo a Sembé, con l’aiuto della popolazione abbiamo costruito delle piccole scuole in fango, un’opera straordinaria. Per la prima volta nella storia del Congo, alunni pigmei siedono accanto ai bantu. Le nostre tre scuole sono dislocate in modo da essere raggiungibili dagli accampamenti nelle foreste che si trovano a 4-5 km all’interno. Tra questi alunni il 40 % sono pigmei. Gli insegnanti sono dotati oggi di una adeguata formazione e seguono i relativi aggiornamenti; ma malgrado tutti gli sforzi che facciamo, le classi presentano purtroppo ancora un numero esiguo di ragazzi”.
Il “miracolo di Sembé” ha preso piede – raccontano le missionarie - e oggi “guardando al passato ci rendiamo conto che nessuno di noi poteva immaginare che in un luogo fuori dal mondo in cui non c’era nulla si potesse realizzare tutto questo. Le difficoltà non sono finite; le spese che dobbiamo quotidianamente affrontare sono molteplici e spesso ci scoraggiano, ma siamo consapevoli che da 30 anni il Signore ha voluto questa missione, e nonostante le difficoltà continueremo a portarla avanti a lungo. Tutto questo non sarebbe possibile senza le tante persone che ci hanno sostenuto e accompagnato non solo materialmente”.
Fra pochi giorni anche a Sembé verrà celebrato il S. Natale, un Natale diverso rispetto a quello che si celebra alle nostre latitudini, ma non per questo meno significativo, anzi: “Nei villaggi e negli accampamenti più indigenti si offre a ogni famiglia riso e sardine, accompagnati da canti di gioia e danze”.
Cosa vi sentite di dire ai ticinesi?, chiediamo loro infine: “Vorremmo ringraziarli perché ci sentiamo costantemente sostenute in questo miracolo, sia dal punto di vista economico che con la preghiera. Senza queste “mani generose” nulla sarebbe potuto accadere».
La missione di Anita e di suor Rita è sostenuta dall’Azione Natalizia della CMSI: per info www.conferenzamissionaria.ch; per donazioni Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana CH2209000000160202719.