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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 luglio 2025)
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  • COMMENTO

    Vacanze dell’anima: un cammino tra natura, servizio e fede

    Ricordo che da ragazzina, aspettavo con impazienza le vacanze per fare nuove esperienze, soprattutto per capire quale orientamento dare alla mia vita. A 13 anni sono stata con le mie cugine a Friborgo, dove viveva una comunità di suore. Le aiutavamo a preparare salse, biscotti e a raccogliere fragole. È stato un bel vissuto. L’anno dopo, ho fatto un periodo di lavoro alla «Provvida madre», dove c’erano ragazzi disabili. L’estate seguente, è stata la volta di Ghirone, come volontaria, per aiutare nei campi. Avendo la proprietaria un piccolo grotto, mi mettevo a disposizione per servire e lavare i piatti. È stato arricchente e la padrona si era affezionata molto a me. Nel 1985 siamo stati con le mie sorelle e mio fratello in vacanza a Pesaro. Avevo trovato una chiesa vicina dove poter frequentare la messa quotidiana. Gli ultimi due anni, quando già ero orientata alla vita religiosa, ho fatto esperienza in due monasteri: quello delle romite ambrosiane a Perego (in Italia) e quelle delle agostiniane a Locarno, dove poi sarei entrata. Alcuni mesi prima di varcare la soglia della clausura (appena compiuti i 20 anni, nel 1987), feci un pellegrinaggio in Polonia.

    Una volta non si usava andare in vacanza ma oggi i tempi sono cambiati. Esse sono un’opportunità per rilassarsi e anche per pensare allo spirito; per assaporare un bel libro, visitare chiese, opere d’arte e praticare sport. Possono essere un’occasione per riscoprire e approfondire la fede e la preghiera.

    Tradizione agostiniana e vacanze

    Scrive Sant’Agostino nel suo commento al Vangelo di Giovanni: «Elevati al di sopra del corpo e gusta le cose dell’anima: elevati al di sopra dell’anima e gusta Dio». Conoscere nuove realtà ci apre a orizzonti più vasti e ci aiuta a ricominciare con nuova lena, il tran tran quotidiano. Sempre Agostino afferma: «Se ne vanno gli uomini ad ammirare gli alti monti e i grandi flutti del mare e i laghi e i letti dei fiumi e l’immensità dell’oceano e il corso delle stelle e trascurano sé stessi» (Confessioni).

    Siamo composti di corpo e spirito: se dimentichiamo il corpo viviamo male e lo stesso se trascuriamo la nostra anima che pure ha bisogno di essere coltivata e alimentata con momenti di silenzio e contemplazione. Molte persone oggi preferiscono ritirarsi in monasteri e conventi che offrono ospitalità nelle loro foresterie; è una preziosa opportunità per coniugare corpo e spirito. Anche Papa Leone trascorrerà un periodo di riposo estivo a Castel Gandolfo.

    La contemplazione della natura avvicina l’anima al divino. Afferma san Paolo: «Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità» (Rm 1, 19-21). Tutte le esperienze che facciamo in questa vita, vengono trasfigurate per l’eternità, come cantiamo nell’inno del Giubileo: «Dio ci guarda, tenero e paziente: nasce l’alba di un futuro nuovo. Nuovi Cieli, Terra fatta nuova: passa i muri Spirito di vita».

    suor Sandra Künzli, agostiniana ticinese

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