In realtà, si è trattato di una benedizione, non di una dedicazione, ha detto l'abate di Disentis, Vigeli Monn, all'inizio della solenne liturgia. Questo perché lo spazio dell'attuale Cappella dell'Adorazione era già utilizzato come cappella, prima della ristrutturazione. Serviva alla comunità benedettina soprattutto come cappella per le veglie dei confratelli defunti. La nuova cappella dell'adorazione continuerà a essere utilizzata anche con quella funzione.
La cappella dell'adorazione è stata la fase finale della ristrutturazione della chiesa di San Martino. Non è ancora finita nei minimi dettagli, ma il lavoro principale è stato compiuto.
L’opera d’arte
L'opera d'arte tessile che adorna una parete della cappella è stata creata dall'artista francescano brasiliano Fra Sidival Fila. Essa crea un'atmosfera speciale, quasi meditativa. Oltre ad altri materiali, l'artista ha utilizzato tessuti storici con una stampa nera proveniente dalla collezione del monastero di Disentis. Come in altre opere di Sidival Fila, le superfici dei tessuti tesi sono state rammendate e poi cucite e rattoppate. Tecniche che ci ricordano la vulnerabilità e la caducità, ma che allo stesso tempo rimandano alla guarigione e alla trasformazione.
Chiodi d'oro protesi verso il cielo
Particolarmente impressionanti sono i grandi chiodi antichi, ricoperti d'oro, cuciti in un grande pezzo di seta sarda e parzialmente martellati. I chiodi puntano verso il cielo, verso l'alto, verso il soffitto, dove si trova il corpo dorato e scintillante di Cristo. I chiodi parlano della crocifissione, del dolore e della morte, ma allo stesso tempo anche di una dimensione completamente nuova che si è aperta per noi con la vittoria di Cristo sulla morte.
Reliquia di Carlo Acutis
Una reliquia del Beato Carlo Acutis (1991-2006) avrà un posto molto speciale nella Cappella dell'Adorazione. Il monastero di Disentis l'ha ricevuta dalla madre del giovane italiano, esperto di informatica.
La famosa frase di Carlo Acutis “Gerusalemme è alle nostre porte” è stata il motto dei festeggiamenti. Nell'omelia, l'abate ha spiegato cosa intendeva Carlo Acutis: “Non dobbiamo andare a Gerusalemme per visitare i luoghi santi quando incontriamo Cristo nell'ostia. La presenza di Dio è direttamente accessibile nella nostra vita quotidiana. E nella chiesa più vicina abbiamo Gerusalemme sulla soglia di casa”.
Aumenta il desiderio di adorazione
L'adorazione eucaristica è una forma speciale di preghiera e di incontro personale con Cristo, presente nell'Eucaristia. È una forma in cui i fedeli si aprono a Dio, si presentano davanti a Dio senza pretese o considerazioni, si fanno silenziosi e vuoti e cercano di ascoltare la Parola di Dio.
Negli ultimi anni, il desiderio di adorazione è stato espresso in particolare dai vari movimenti giovanili: alle Giornate Mondiali della Gioventù, alle serate Adoray o al festival dei giovani di Medjugorje. Il Monastero Disentis ha ascoltato questo desiderio e, con l'apertura della Cappella dell'Adorazione, vuole dare al maggior numero possibile di persone la possibilità di incontrare Cristo, di dimorare con Lui, rafforzando così la propria fede e aprendosi alla sua volontà.
“L'adorazione è il nome di una relazione che una persona ha con Dio”.
Un momento saliente della giornata è stata la conferenza di Marianne Schlosser. La rinomata teologa tedesca, consacrata dell’Ordo Virginum, è professoressa di Teologia della spiritualità presso la Facoltà di Teologia cattolica dell'Università di Vienna e nel 2018 ha ricevuto il Premio Joseph Ratzinger per l'eccezionale ricerca teologica.
La Schlosser ha affrontato il tema dell'adorazione con domande semplici e ha mostrato perché l'adorazione non è solo una pratica pia, ma un incontro profondo con il Dio vivente. Ha descritto l'adorazione come una risposta umana alla presenza di Dio, che è particolarmente tangibile nell'Eucaristia.
“L'adorazione non è un 'fare', l'adorazione è il nome di una relazione che una persona ha con Dio”, ha detto la professoressa. “È un protendersi e tendere la mano verso Dio. L'adorazione è sempre associata all'amore e alla devozione, è un atteggiamento interiore”.
Il senso del sacrificium
Ciò che si dà a Dio, lo si riceve indietro santificato se Egli accetta ciò che si dà. Questo è il significato originale di sacrificium (sacrificio): Si dà qualcosa a Dio e lo si riceve indietro santificato. Se ora diamo la nostra vita a Dio, la riceviamo indietro da lui in un modo diverso, cioè santificata. Attraverso la nostra trasformazione, possiamo contribuire alla trasformazione del mondo. Il culto è quindi in grado di cambiare la vita dei credenti e, in ultima analisi, anche il mondo, ha spiegato la teologa.
“L'adorazione è un modo di esserci senza pensare, senza dover fare nulla”. È possibile che questo sia un motivo importante per cui l'adorazione è di nuovo apprezzata dai giovani di oggi. L'adorazione non è una zona di intimità privata, ma una relazione personale con il Vincitore del mondo. La Schlosser ha sottolineato che è necessario prendersi del tempo per l'adorazione, proprio come per qualsiasi preghiera. Perché: “Pregare significa: voler pregare”.
Vari workshop e una celebrazione con canti di lode, preghiera e impulsi biblici hanno concluso la giornata.
di Sabina-Claudia Nold (kath.ch/ traduzione e adattamento catt.ch)