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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (30 luglio 2025)
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  • Il Vescovo Alain De Raemy a Roma per il Giubileo dei giovani

    A Roma, i giovani pellegrini romandi tra gioia e pioggia

    A Roma dal 27 luglio, i 400 giovani pellegrini romandi hanno già potuto visitare, fraternizzare e pregare abbondantemente. E la pioggia, ospite a sorpresa, non ha intaccato il loro buonumore.

    Raphaël Zbinden, inviato speciale a Roma

    Sono circa le 14:30 di lunedì 28 luglio 2025, quando il cielo si fa blu scuro sopra la basilica di San Giovanni in Laterano e i fulmini solcano il cielo. Tutti si aspettano che inizi a piovere, ma la pioggia sorprende per la sua improvvisa violenza. Un diluvio quasi biblico si abbatte sui pellegrini, spesso privi di impermeabile. Ma l’acquazzone, sebbene intenso, dura poco e i pellegrini possono raggiungere la basilica, dove li attende il vescovo dei giovani, mons. Alain de Raemy, per una catechesi.

    Alcuni dei 400 giovani francofoni presenti a Roma
    Alcuni dei 400 giovani francofoni presenti a Roma

    La speranza non si vive da soli

    Domenica 27 luglio, centinaia di giovani pellegrini romandi sono partiti alla volta di Frascati, vicino a Roma, iniziando il loro cammino giubilare con una messa all’Abbazia di Chiaravalle della Colomba. L’abate Jean Bosco li ha invitati a vivere il pellegrinaggio come esperienza di speranza condivisa e non solitaria. Durante il viaggio, momenti di preghiera e raccoglimento, come il rosario guidato da un seminarista, sono stati accolti con entusiasmo. Jean-Marc Andenmatten sottolinea il bisogno dei giovani di trovare spazi di silenzio e spiritualità in una società frenetica.

    La Roma dei martiri

    Dopo l’arrivo a Frascati, alcuni pellegrini visitano l’antica Roma, restando colpiti dai luoghi simbolici della fede cristiana e dei primi martiri. A mezzogiorno, tutti si ritrovano davanti alla basilica del Laterano, dove incontrano Raphaël, un giovane arrivato a piedi da Romainmôtier dopo 44 giorni di pellegrinaggio, durante il quale ha vissuto profonde esperienze spirituali e di incontro.

    Le indulgenze, un rifugio in una “riserva d’amore”

    Raphaël ha appena il tempo di salutare i suoi connazionali romandi che il cielo si scatena. Sono quindi pellegrini un po’ umidi quelli che assistono nel pomeriggio alla catechesi di mons. de Raemy. Il vescovo dei giovani comincia, nella magnifica abside con mosaici dorati della sede della diocesi di Roma, un approfondimento sul tema delle indulgenze.

    Le indulgenze nella Chiesa cattolica sono remissioni parziali o totali delle pene temporali dovute per i peccati già perdonati in confessione. A partire dal XIII secolo, sono state concesse in cambio di doni finanziari, in particolare per finanziare la costruzione di chiese. Una pratica che è stata vista come una «vendita della salvezza», snaturando il messaggio cristiano del pentimento sincero.

    Nel 1517, Martin Lutero criticò duramente questi abusi nelle sue 95 tesi, dando inizio alla Riforma protestante. La Chiesa cattolica ha sempre mantenuto la dottrina delle indulgenze, ma ha vietato severamente qualsiasi forma di commercio per ottenerle.

    Il vescovo dei giovani ricorda quindi il senso profondo di questa pratica, legata sia agli Anni santi che ai pellegrinaggi. Sottolinea che ogni peccato crea un disordine nel mondo che il solo perdono non riesce a riparare. Per questo, l’indulgenza consiste nel «trarre beneficio da una riserva di bene che esiste e che non ho meritato, poiché la riparazione non può avvenire da soli.»

    Fare il passo verso Cristo

    Per il vescovo si tratta di attingere al «tesoro che possediamo». Un fondo infinito che è Cristo stesso. «Gesù ha preso su di sé il male peggiore del mondo. È entrato nella morte con l’incredibile forza del suo amore, continuando ad amare coloro che gli hanno fatto del male.» Da qui una «sovrabbondanza» d’amore che si può trovare non solo in Cristo, ma anche nei santi e nei martiri.

    Mons. de Raemy ricorda che i giubilei sono occasioni speciali per operare queste riparazioni nella nostra vita, attraverso la confessione e il passaggio di una porta santa. Un attraversamento che simboleggia la volontà di andare verso Dio, nonostante le strettezze del nostro cuore.

    Dopo una serie di domande rivolte al vescovo, i giovani attraversano con grande solennità la Porta santa della basilica di San Giovanni in Laterano. Un momento intenso per alcuni, come dimostrano le lacrime che affiorano su alcuni volti.

    Danza sul sagrato

    La giornata si conclude in allegria con un momento di adorazione e festa sul sagrato della cattedrale di Frascati, organizzato per i pellegrini romandi e altre delegazioni internazionali. Tra danze e musica, anche religiosi si uniscono alla gioia. Stanchi ma felici, i giovani tornano ai loro alloggi.

    (cath.ch/rz/traduzione e adattamento catt.ch)

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