L’autenticità di una settimana La Domenica delle palme e della passione del Signore dà avvio alla comunemente chiamata “Settimana Santa”. Riti, gesti, preghiere accompagnano diverse liturgie alla Pasqua di risurrezione, culmine dell’anno liturgico. Per ogni giorno dopo la Domenica delle palme nel rito romano si può dare un titolo: il lunedì santo viene chiamato “giorno dell’amicizia”: è il giorno della Settimana Santa in cui si ricorda la giornata che Gesù trascorse a Betania in compagnia dei suoi tre grandi amici: Marta, Maria e Lazzaro. I riti religiosi del Lunedì Santo prevedono letture durante la Messa che ricordano il valore dell’amicizia per i cristiani. Il martedì santo è ricordato come “giorno dello sdegno”. Nel Vangelo si legge l’episodio in cui Gesù scaccia i mercanti dal tempio. Il mercoledì santo, siccome viene letto il Vangelo del tradimento di Giuda, viene chiamato “il giorno del tradimento”. Il sabato santo è invece il “giorno del silenzio”, tra la morte e la risurrezione del Cristo. Il “lunedì dell’angelo” sottolinea l’incontro delle donne con l’angelo dopo la risurrezione. Al di là di quelli che sono i nomi dei giorni, è sicuramente bello e importante ricordare che la settimana santa è tale perché riguarda la passione, la morte e la risurrezione. È un tempo speciale visitato e caratterizzato dagli eventi della fine della vita terrena di Gesù. Ci sono diversi nomi usati per definire questa settimana: «settimana eminente» fra tutte quelle dell’anno liturgico, «settimana tipica o normativa» sulla quale è stata modellata ogni altra dell’anno liturgico, «settimana dell’offerta sacrificale» che il Signore ha fatto di se stesso nella Pasqua. Come dire… una settimana speciale, unica, particolare. Il rito ambrosiano però, sin dai suoi documenti più antichi, la chiama “settimana autentica”. Questo titolo richiama infatti ad una verità profonda: durante gli eventi di questa settimana viene evidenziato e “messo a nudo” il rapporto tra Gesù e i vari protagonisti. L’autenticità della relazione tra Cristo e Ponzio Pilato, tra Gesù e Pietro, tra il Salvatore e Giuda si esprime in scelte molto chiare di chi ha vissuto quegli eventi nella loro cruda realtà. L’autenticità delle emozioni e delle reazioni di uomini e donne che in un tempo e in una vicenda precisa hanno espresso quanto avevano a cuore porta a riflettere su quanto i vangeli siano carichi di umanità e di come consentano una riflessione profonda per ogni essere umano. Nei vangeli, specialmente in quelli che narrano la passione, la morte e la risurrezione vi si trovano i grandi temi della vita di ogni essere umano: l’amicizia, il tradimento, la fiducia, il distacco… situazioni che spesso non si osa vivere nella propria autenticità. Questa autenticità può essere vissuta tanto sul piano di formazione culturale (con l’istruzione religiosa scolastica) quanto su quello della costante richiamo alla conversione del cuore (catechesi). In un mondo poco incline alla verità, la settimana santa diviene un’occasione unica per vivere l’autenticità delle intenzioni e del cuore. Una sfida stimolante!
L’editoriale della newsletter dell’Ufficio Insegnamento Religioso Scolastico