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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (26 aprile 2025)
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  • Papa Francesco davanti all'immagine di Nostra Signora di Guadalupe durante il viaggio apostolico in Messico del 2016

    Le apparizioni di Nostra Signora di Guadalupe al giovane indio Juan Diego

    Oggi, 12 dicembre, è la festa di Nostra Signora di Guadalupe, la cui devozione nasce dalle apparizioni all’indio san Juan Diego Cuauhtlatoatzin, da cui rimane il grande segno della miracolosa immagine impressa nella tilma.

    Messico e la sua Madonna: antica tradizione in cui la devozione popolare si sposa in maniera sublime con la fede, quella più genuina, quella più semplice. E non poteva essere altrimenti, visto che la Vergine di Guadalupe è profondamente legata a un bambino che nel 1531 incontrò la Vergine Maria. Un piccolo bambino, una terra desolata e la Vergine Maria, così si potrebbe sintetizzare la storia della Vergine di Guadalupe. Il bambino si chiamava Juan Diego Cuauhtlatoatzin (1474-1548), che sarà uno dei primi indios a ricevere il sacramento del battesimo, grazie ad alcuni frati francescani, tra i primi missionari nelle terre messicane. Era un semplice contadino atzeco, Juan Diego, che riceverà il battesimo solo in età matura: all’età di cinquant’anni. Ma facciamo un salto nel tempo e ritorniamo a quel 1531, quando in quella mattina del 9 dicembre, a Juan accadde qualcosa di straordinario: la Madre di Gesù gli si presenta come “la perfetta sempre Vergine Maria, Madre del verissimo ed unico Dio”.

    L’apparizione avviene in mezzo alla natura incontaminata della collina del Tepeyac, vicino a Città del Messico. È l’inizio della straordinaria storia della Madonna di Guadalupe. Come riportato in un vecchio testo in lingua azteca - il “Nican Mopohua”, attribuito all’indigeno Antonio Valeriano (1522-1605) - Juan Diego “vide una giovane Signora che lo chiamava con dolcezza”. La Vergine gli chiese di andare dal Vescovo: voleva che sorgesse in quella terra dove era apparsa una piccola cappella. Il veggente, allora, si presentò dal porporato: era Monsignor Juan de Zumarraga.  Non era tanto credibile quel piccolo bambino, illetterato, senza istruzione alcuna: come aveva potuto incontrare la Vergine Maria? Va via, allora il piccolo Juan Diego, deluso. Ma ci sarà anche una seconda apparizione:  Juan le rende noto che non può soddisfare la richiesta fatta. Ma la Vergine gli dice che deve essere proprio lui a compiere questa missione: deve tornare dal Vescovo Zumarraga e chiedere, nuovamente, la possibilità di costruire una cappella lì. Juan ritorna dal vescovo che, dopo averlo interrogato sull’apparizione, gli domanda, allora, un segno tangibile di tale straordinario evento. Ed è a questo punto della storia che compare la famosa “tilma” (mantello), il segno visibile a tutti del suo incontro con la “Virgen morenita” di Guadalupe.

    “Mio piccolo figlio, questi fiori saranno il segno per il vescovo. Solo alla sua presenza aprirai la tilma e mostrerai ciò che porti”, gli disse la Madonna. Juan Diego aveva raccolto - nonostante la stagione invernale - nei pressi della collina alcuni splendidi fiori di Castiglia, rose tipiche della regione spagnola. Il bambino avvolge quei fiori nel mantello, e una volta aperto davanti a Zumarraga, ecco per tutti lo stupore della fede, il segno prodigioso: le immagini delle rose e della Vergine sono rimaste impresse sulla tilma.

    Letta così potrebbe sembrare una favola: ne ha tutti i contorni, soprattutto con quei fiori che fioriscono in una terra desolata. Ma non è così; non è favola la fede; è prova delle cose impossibili che a Dio non sono impossibili; è la testimonianza di quanto la purezza del cuore possa far fiorire nel mondo la bellezza.

    ACIStampa (Antonio Tarallo)/red

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