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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (2 maggio 2025)
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  • Un estratto dell'opera di Cimabue esposta al Louvres di Parigi

    Louvre: mostra alla scoperta di Cimabue, tra tante curiosità e diverse opere preziose

    di Jean-Claude Lechner*

    Il museo del Louvre ha potuto iniziare, nel 2022, il restauro di una delle sue opere più famose, la Maestà di Cimabue (ca. 1240-1302), grazie al generoso sostegno finanziario dei coniugi Harry e Linda Fath di Cincinnati, mecenati molto legati alle istituzione educative cattoliche statunitensi. La famosa pala, depositata insieme a quella della stimmatizzazione di S. Francesco di Giotto, fu requisita nel 1812 dagli occupanti francesi e portata a Parigi, né fu inclusa nella lista delle opere da restituire stilata dai regnanti toscani, che non ne capirono, nell’Ottocento, il pieno valore. A conclusione dei lavori di restauro, il museo parigino ha allestito una memorabile mostra con, al centro, la pala di Cimabue accanto a quella di Giotto che nel Trecento si trovavano tutte e due sul tramezzo di S. Francesco di Pisa.

    Alcune curiosità

    Con una quarantina di opere prestate da vari musei italiani, inglesi ed americani, la mostra affronta vari temi legati al dipinto di Cimabue, iniziando dal pittore stesso (del quale sappiamo quasi nulla tranne il nome: Cenni di Pepo) ed il suo mito. È ad esempio nota la famosa terzina che Dante gli dedicò nel canto XI del Purgatorio, che il visitatore potrà leggere in un manoscritto toscano trecentesco in apertura della mostra. Oppure il racconto della vita del Cimabue scritto dal Vasari. Così come sono curiose le prime attribuzioni di alcune opere al Cimabue nel primo Ottocento, come capitò con una mediocre copia di una Madonna col Bambino botticelliana, o la stupenda Madonna Kahn di Washington oggi attribuita ad un pittore bizantino.

    Le sezioni della mostra

    Una sezione è dedicata alla «maniera greca» di dipingere in Italia, riscontrabile specialmente nella produzione artistica pisana ai tempi di Cimabue e, di riflessione, il rapporto della pittura del Cimabue con Bisanzio, gli Stati latini di Terra Santa e il mondo islamico. I curatori presentano anche lo sviluppo dell’iconografia della Vergi ne con il Bambino: particolarmente degna di nota è la Madonna col Bambino a mezzo busta prestata dal Museo di San Matteo di Pisa, che è secondo Michele Bacci la prima Madonna a mezzo busto della pittura occidentale, ispirata dalle icone bizantine come quelle della Vergine «Odigitria» o della Vergine «dexiokratusa».

    Il visitatore potrà infine anche costatare il ruolo importante della pittura per la diffusione della spiritualità francescana. La mostra affronta anche la spinosa questione sul rapporto tra Cimabue e Duccio: il mondo della critica si divide oggi ancora sulle attribuzioni come ad esempio nel caso della bella Madonna col Bambino sul trono e due angeli (Madonna «Gualino») prestata dalla Galleria Sabauda di Torino.

    Una rarità: la rassegna parigina ci dà per la prima volta la possibilità di vedere una tavoletta scoperta nel 2019 durante lo sgombero di una casa in una località al nord di Parigi, ritenuta prima una icona, ma poi riconosciuta un Cimabue e venduta all‘asta per oltre 20 milioni di euro, per poi essere dichiarata tesoro nazionale ed acquistata dallo Stato francese nel 2023.

    Un avviso pratico: visto l‘affluenza si raccomanda di andare a vedere la mostra la mattina presto per non rischiare di dover rimanere in coda per molto tempo!

    *già prof. di greco antico alla Facoltà di teologia di Lugano e bibliotecario alla Salita dei Frati, Lugano

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