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  • Lugano: 500 anni fa veniva ultimato il convento di Santa Maria degli Angioli. La storia in un libro e molti festeggiamenti

    Lugano: 500 anni fa veniva ultimato il convento di Santa Maria degli Angioli. La storia in un libro e molti festeggiamenti

    di Laura Quadri

    Dopo aver festeggiato, dieci anni fa, i 510 anni dalla consacrazione della chiesa luganese di S. Maria degli Angioli a Lugano, si torna a raccontare parte della storia del luogo e del convento allora annesso, in occasione dei 500 anni dal suo compimento. L’occasione è data dalla pubblicazione del volume «Il Libro della fibbia. Storia del convento di S. Maria degli Angeli», che verrà presentato domani, lunedì 9 dicembre alle ore 18 presso l'omonima chiesa, nel contesto di un ricco programma di festeggiamenti che proseguirà per tutto il ’25.

    L’arrivo in città dei frati

    «I frati minori dell’Osservanza francescana giunsero sulle rive del Ceresio dopo il 1472, quando l’istanza cittadina del “Consiglio del Borgo” consentì il loro arrivo a Lugano. Quindi, nel 1490, i frati, per rendere il loro insediamento stabile, chiesero al duca di Milano Ludovico Maria Sforza di sostenere finanziariamente la costruzione della chiesa e del convento di S. Maria degli Angeli. La prima pietra della chiesa fu posata nel 1499 e il convento fu ultimato nel 1525», racconta Damiano Robbiani, collaboratore scientifico della Divisione Cultura della Città di Lugano e autore, nel volume, di un contributo riguardante i frati e la carità.
    L’arrivo dei religiosi, ci spiega lo storico, «fu richiesto dai cittadini stessi, che ritenevano importante portare in città una presenza orante e operosa. L’arrivo si situa infatti, anche per i luganesi, in un periodo segnato da tensioni politiche e dalla pestilenza. Così i frati non si limiteranno alla carità spirituale ma presteranno anche il loro servizio in soccorso della popolazione. Dai documenti emerge ad esempio la relazione con l’ospedale cittadino, che aveva finalità simili a quelle della loro comunità».

    Il «Libro della fibbia»

    Dalle cronache dell’epoca, inoltre, veniamo a sapere di «alcuni attimi di vita del convento», tra cui l’attività della questua, la raccolta di donazioni, organizzata dai religiosi per scopi di carità o di culto. Il volume che verrà presentato ripubblica a questo proposito l’antico documento conosciuto con il nome di «Libro della fibbia» e oggi conservato all’Archivio Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori di Torino: «I frati seguivano i principi della povertà francescana. Questa scelta li rendeva dipendenti dalla generosità della cittadinanza. Il Libro della fibbia, compilato tra il 1515 e il 1848 – così chiamato, probabilmente, per un elemento perduto della sua rilegatura – nasce a inizio Cinquecento come libro contabile, su iniziativa del padre guardiano del convento. Solo in seguito, diventa anche libro di cronaca, riferendo ad esempio dei percorsi attuati dai frati, per il Luganese e poi anche nel Sopraceneri, per chiedere l’elemosina», sottolinea Robbiani.

    Un prezioso fondo librario

    Una testimonianza preziosa, che si aggiunge a quella del ricco fondo librario del convento: «Ricostruendo grazie a Pietro Montorfani il catalogo della biblioteca, abbiamo scoperto che nel 1722 il convento contava 2’300 volumi di argomento teologico, libri destinati all’insegnamento ai novizi e alla predicazione. Dopo la soppressione del convento, il corpus librario contribuì a formare il Fondo antico della Biblioteca cantonale di Lugano, dove è ancora oggi custodito».

    La storia continua

    Il processo di incamerazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato ticinese portò infatti alla soppressione del convento nel 1848. Oggi vi ritroviamo il polo culturale del LAC, assieme a una parte degli edifici conventuali restaurati. «La chiesa di S. Maria degli Angioli custodisce importanti opere d’arte rinascimentali: l'affresco della Passione e Crocifissione di Bernardino Luini, realizzato tra il 1528 e il 1530, l’Ultima cena dipinta per il refettorio e una lunetta con la Madonna con il Bambino, l’agnello e S. Giovannino. Queste opere testimoniano l’influenza culturale e artistica del Rinascimento lombardo a Lugano. Incarnando lo spirito di rinnovamento spirituale e sociale dell’epoca, la comunità, almeno fino all’Ottocento, influenzò inoltre profondamente la vita cittadina. Si tratta dunque di una storia importante, che può sicuramente arricchire la nostra memoria culturale», conclude Robbiani.

    Il programma degli incontri

    Il volume «Il Libro della fibbia. Storia del convento di S. Maria degli Angeli » – con l’introduzione di Paolo Ostinelli e contributi di Antonietta Moretti, Roberta Ramella, Riccardo Bergossi, Lara Calderari, Pietro Montorfani, Giovanni Conti, Francesco Cerea e Damiano Robbiani – verrà presentato domani, lunedì 9 dicembre, nell’omonima chiesa, alle 18, con i saluti delle autorità religiose e politiche e gli interventi a seguire di Paolo Ostinelli e Michele Pellegrini.

    Fino al 24 marzo sarà inoltre visitabile nel Giardino Belvedere a Lugano, l’esposizione «Cosa c’era a Lugano prima del LAC?». A seguire, sempre al LAC: «Dietro le quinte di un capolavoro. Bernardino Luini a Lugano», il 18 gennaio alle 11, con Lara Calderari; «Da convento a hotel: architettura del convento di S. Maria degli Angioli », il 29 gennaio alle 18, con Roberta Ramella; «Cultura e carità: vita quotidiana in convento», il 10 febbraio alle 18, con Damiano Robbiani e Pietro Montorfani; infine, «I libri corali di Santa Maria degli Angeli », il 22 marzo alle 15.30, nella chiesa di S. Maria degli Angeli, conferenza e concerto di canti gregoriani a cura di Giovanni Conti.
    Le iniziative, sottolinea Manuela Maffongelli, loro coordinatrice, «chiudono il periodo di studio sulla Lugano rinascimentale, iniziato nel ‘21, e che ha visto nel frattempo altre importanti pubblicazioni, in particolare Lugano francese 1499-1512, monografia ristampata quest’anno».

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