Nel corso delle settimane quaresimali e più tardi durante il ramadan, oggetto dell’attenzione delle letture del biblista Renzo Petraglio - che da qui a Pasqua partirà dai testi biblici facendo delle “incursioni” di confronto nel testo coranico - sarà la figura di Gesù di Nazareth. Prima settimana: Adamo e Gesù Per cominciare, durante questa prima settimana di quaresima, vogliamo considerare la relazione tra Adamo e Gesù. A questo riguardo, nel Nuovo Testamento, è soprattutto Paolo che ne parla: nella lettera ai Romani, al capitolo 5 (versi 12-21), e nella Prima lettera ai cristiani di Corinto al capitolo 15 (al verso 22 e poi nei versi 45-49). Di queste pagine voglio leggere con te, amico mio, mia cara, tre versetti della lettera. Ecco come è possibile tradurli: 45E così è stato scritto, scrittura definitiva: «Il primo umano, Adamo, divenne un essere vivente»; l’ultimo Adamo divenne uno spirito che dona la vita. 46Ciò che viene prima non è l’essere che vive grazie allo spirito, è un semplice essere umano. L’essere che vive grazie allo spirito viene dopo. 47Il primo umano che viene dalla terra è modellato con l’argilla, il secondo umano viene dal cielo (1 Cor 15,45-47). Questi versetti fanno parte di tutto un capitolo nel quale Paolo parla della risurrezione: la risurrezione di Gesù e quella che attende ciascuna e ciascuno di noi (1 Cor 15,1-58). Per parlarne, Paolo insiste su un contrasto: «Il primo umano, Adamo» e «l’ultimo Adamo» (v. 45) E, a proposito del primo umano, Paolo fa riferimento alla traduzione greca di Genesi 2,7 dove leggiamo: «L’umano, Dio lo plasmò argilla a partire dalla terra, e soffiò in lui, verso la sua persona, un soffio di vita, e l’umano divenne un’anima vivente». Quanto all’ultimo Adamo - che è evidentemente il Cristo al momento della risurrezione[1], egli è diventato «uno spirito che dona la vita» (v. 45). Il contrasto tra i due è evidente: Adamo, «un essere vivente», il Cristo, una persona. «che donna vita». Poi, nel versetto successivo, Paolo insiste sulla cronologia: colui che «viene prima» e colui che «viene dopo» (v. 46). E dopo avere insistito sul tempo, nel verso 47 Paolo evoca le due origini differenti: il primo Adamo «viene dalla terra», è tolto dalla terra ed è «modellato con l’argilla». Per quanto concerne il secondo umano, egli «viene dal cielo» (v. 47). La relazione tra Adamo e Gesù è menzionata, con accenti diversi, anche nel Corano. È ciò che si legge nella Sura 3, una sura che risale all’anno 9 dall’egira, dunque l’anno 631 dopo Cristo. In quell’anno una delegazione cristiana di Najrân, un’antica città dello Yemen settentrionale, arriva per incontrare Muhammad. È composta da una sessantina di professori, di teologi, di nobili che hanno come guida il vescovo ’Abû Hâritha b. ‘Alqama. Lo scopo della loro visita era una presa di contatto con Muhammad per informarsi sulla sua missione e sui rapporti di essa con il cristianesimo. E, nel corso del loro soggiorno, questi cristiani poterono anche celebrare, cosa notevole, la loro Eucaristia nella moschea di Muhammad[2]. Questa Sura, legata al dialogo tra musulmani e cristiani, evoca Gesù come una «Parola» che viene da Dio. È ciò che leggiamo nel verso 45: Ricorda quando gli angeli dissero: O Maria! Dio, in verità, ti annuncia come buona notizia una Parola che proviene da lui, il cui nome sarà il Messia, Gesù, figlio di Maria. Egli sarà eminente nella vita presente e nella vita futura e uno dei più vicini[3] a Dio (Sura 3,45). E un po’ più in avanti nella stessa Sura si legge: 59Sì, per Dio Gesù somiglia a Adamo che egli ha creato dalla polvere e poi gli disse: «Sii», ed egli fu. 60La verità [è venuta] dal tuo Signore. Non essere, dunque, nel numero di coloro che dubitano! (Sura 3,59-60). A proposito dei versi 59 e 60, vale la pena di leggere un antico commento redatto da Ismaïl ibn Kathîr. Questo studioso del Corano - morto nel 774 dopo l’egira, cioè nel 1373 d.C. - scriveva: «Gesù, dice Dio, assomiglia - nella sua creazione - a Adamo. E Dio dice questo per significare che egli è capace di tutto: egli ha creato Adamo senza padre e senza madre, ha creato Eva solo dall’uomo, ha creato Gesù solo da sua madre, e ha creato gli umani partendo dal loro padre e dalla loro madre. È per questo che, nella sura di Maria, Dio dice: “per fare di lui un segno per gli umani” (Sura 19,21). E qui Dio dice: “La verità procede solo dal tuo Signore. Non essere, dunque, nel numero di coloro che dubitano”. Ed è per questo che qui egli dice che è una parola di verità»[4]. È il momento di concludere questa pagina. Il verso 59 sottolinea la somiglianza tra Adamo e Gesù. I due ci permettono di intravedere l’azione sorprendente di Dio, Dio che dona la vita a Adamo e a Gesù. E, in rapporto al verso 59, il verso 45 sottolinea il carattere unico che si può scoprire nell’umanità di Gesù: il figlio di Maria è una Parola che proviene da Dio. Noi possiamo dunque vedere una prossimità tra questa affermazione del Corano e quella di Paolo che afferma: «Il primo umano che viene dalla terra è modellato con l’argilla, il secondo umano viene dal cielo (1 Cor 15, 47)». Accogliamo dunque nella nostra vita questo secondo umano che viene dal cielo, accogliamolo come Parola che viene da Dio. [1] Per questo riferimento alla risurrezione, cf. G. Barbaglio, La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione e commento, EDB, Bologna 1996, p. 848. [2] Cf. Le Coran. Traduction française et commentaire, par Si Hamza Boubakeur, Maisonneuve & Larose, Paris 1995, p. 201. [3] Per la formulazione «più vicini» o «approssimati» con il valore di «quelli che verranno ammessi all’intimità di Dio», cf. Il Corano. Introduzione di K. Fouad Allam, traduzione e apparati critici di G. Mandel, UTET, Torino 2006, p. 761. [4] Ismaïl ibn Kathîr, L’exégèse du Coran en 4 volumes. Traduction : Harkat Abdou, Vol. 1, Sourate 1 (Le Prologue) - Sourate 5 (La Table), Dar Al-Kutub Al-ilmiyah, Beyrouth 2000, p. 201. Renzo Petraglio di Renzo Petraglio