A tre anni dall’inizio della sua amministrazione apostolica nella Diocesi di Lugano, monsignor Alain de Raemy si racconta apertamente nel salotto della trasmissione “Strada Regina”, sabato alle 18:35 su RSI LA1, tra battute e domande che toccano nervi scoperti. Il tema caldo? L’attinenza e quel delicato equilibrio tra ruolo provvisorio e radicamento.
“È normale che si faccia la domanda” ammette senza giri di parole riferendosi alle attese di un possibile nuovo vescovo. Monsignor De Raemy, giunto dopo la rinuncia di mons. Lazzeri, in un momento inaspettato, si definisce “una persona ad interim”, ma non nasconde il desiderio di un legame più stabile con il territorio.
Quando si parla di appartenenza, il dialogo si fa più personale. La legge ticinese offre a ogni cittadino svizzero la possibilità di chiedere la cittadinanza comunale dopo tre anni di residenza (condizione necessaria a cui si riferisce la clausola della convenzione del 1968 tra la Confederazione e la Santa Sede, che impone che il vescovo della Diocesi di Lugano debba essere scelto tra i sacerdoti cittadini ticinesi). “Se mi sento a mio agio in Ticino? Naturalmente, molti mi chiedono di fare questo passo” confessa, precisando però che “è un diritto del cittadino e la decisione spetta sempre al Comune”.
Questa apertura è un segnale forte, che va oltre la semplice formalità. Monsignor De Raemy, pastore temporaneo, lancia segnali di un radicamento possibile, in un contesto e una comunità che sente sempre più come casa.
L’intervista prosegue affrontando le sfide pastorali per il nuovo anno e la necessità di un nuovo slancio, invitando il popolo ticinese a guardare insieme “a Cristo come punto di partenza”, con fiducia, speranza e una dose di realismo.
In uno scambio che mescola riflessioni serie e battute leggere, il messaggio di Monsignor De Raemy è chiaro: la provvisorietà può anche essere un’occasione per costruire qualcosa di solido, passo dopo passo, costruendo ponti tra passato e futuro.
Nella puntata la parola poi ai due nuovi stretti collaboratori di mons. de Raemy che conosceremo più da vicino: don Gaia e don Jean Luc Farine.