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  • Nembrini racconta Pinocchio: storia di un figlio che cerca la libertà e di un padre pronto a perdonare

    Nembrini racconta Pinocchio: storia di un figlio che cerca la libertà e di un padre pronto a perdonare

    “Educare in famiglia, a scuola e sul lavoro. La sfida di Pinocchio” era il titolo della conferenza organizzata dall’UCIT (Unione Cristiana Imprenditori Ticinesi) che si è tenuta lunedì scorso a Lugano, nella bella cornice dell’hotel Dante. Ospite della serata il professor Franco Nembrini, che ha ripercorso il testo di Carlo Collodi in una chiave sorprendentemente educativa.

    Dopo i saluti da parte del presidente Stefano Devecchi Bellini, Nembrini, quarto di 10 figli, bergamasco, professore di lettere e autore di numerosi volumi, ha esordito con un simpatico aneddoto per raccontare il suo legame affettivo con la Svizzera e il Ticino in particolare. Tra i ricordi della sua infanzia ve n’è uno che si ripeteva ogni Natale, quando a casa arrivava un pacco dalla Svizzera inviato dalla famiglia nella quale prima di sposarsi la madre di Nembrini aveva fatto servizio. “Un pacco ricco, pieno di prelibatezze per il quale tutti noi facevamo una grande festa”, racconta col sorriso. 

    Ma cosa c’entra la vicenda del noto burattino con l’educazione e ancora di più con gli imprenditori ai quali si rivolgeva la conferenza? Apparentemente nulla, ma Nembrini ha accompagnato il numeroso pubblico in sala alla scoperta di una lettura profonda del testo, dove si scoprono i tanti parallelismi tra la storia di Pinocchio e quella di Gesù e dove si trova un padre – Geppetto – pronto più e più volte a perdonare, ad amare e ad accompagnare il figlio sui sentieri della vita. Un invito ai genitori e agli imprenditori a fondare la relazione con i propri figli e i propri collaboratori sulla stima: “solo se questo elemento sarà presente nella relazione sarà possibile crescere persone sane e pienamente serene”, afferma il professore.

    Il testo di Collodi, che venne pubblicato a puntate nel 1881 sul “Giornale dei ragazzi”, è particolarmente caro a Nembrini: fu questo il volume che utilizzò nelle sue lezioni di religione nei suoi primi anni di insegnamento, dopo averne scoperto la profondità grazie al commento teologico del cardinale Giacomo Biffi nel saggio “Contro Mastro Ciliegia”. E in effetti tale fiaba lascia emergere i «problemi universali della condizione umana: l’origine dell’uomo, il suo destino, il dramma di una libertà sempre in lotta fra il desiderio di tornare fra le braccia di un padre e la tentazione di un’illusoria soddisfazione a buon mercato». Nel volume, il card. Biffi ha una "intuizione pazzesca", cioè che quella raccontata da Collodi – un ateo convinto - “sia la storia della vicenda umana così come ce l’ha consegnata il cristianesimo”. Comincia con un atto di creazione da parte del falegname Geppetto (guarda caso il diminutivo di Giuseppe) che “crea dalla materia una cosa viva. Dopo l’atto creativo c’è subito un atto di ribellione, Pinocchio fugge dalla casa e tutta la vicenda del burattino sarà il tentativo di tornare alla casa del padre. Alla fine del racconto escatologico, una misteriosa trasformazione attraverso la quale il burattino diventa un bambino in carne ed ossa, figlio veramente di suo padre”.

    Educatori, genitori, insegnanti

    Tra una citazione e l’altra del racconto di Collodi, Nembrini si rivolge a genitori, educatori, e a chi ogni giorno ha a che fare con l’educazione dei ragazzi: “I figli vanno amati ed abbracciati per quello che sono – ha affermato il professore – : solo amando si può correggere l’altro, non se si prendono continuamente le distanze perché l’altro non va bene e si ripete cento volte le cose in cui non va bene. Questo è allontanare i figli da sé”. In famiglia, ma anche nell’ambiente di lavoro, come in qualunque relazione, tutto parte dalla stima: “l’unico bisogno dei nostri figli è quello di essere perdonati e voluti bene. Se un figlio si sente perdonato trova l’energia per poter cambiare, se si sente condannato, non ha la forza di cambiare. L’energia del cambiamento la si trova per una misericordia ricevuta”.

    E ricordando commosso la sua insegnante delle medie, deceduta pochi giorni fa e dalla quale ha respirato la passione per l’insegnamento, Nembrini ricorda anche che “le caratteristiche di un buon insegnante sono tre: un grande amore per la vita unito al desiderio di essere grandi; un grande amore per i ragazzi, e l’amore per la materia da insegnare”. (SG)

    Franco Nembrini con Stefano Devecchi Bellini, UCIT.Franco Nembrini con Stefano Devecchi Bellini, UCIT, e Luca Milesi.Serata UCIT con Franco Nembrini.

    Franco Nembrini e Luca Milesi, moderatore della serata.

    La lezione di Nembrini su Pinocchio è racchiusa nel testo "Le avventure di Pinocchio. Ediz. illustrata", Carlo Collodi - Franco Nembrini pubblicato da San Paolo Edizioni.

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