di Katia Guerra
È stato un passo coraggioso quello che ha fatto 30 anni fa Caritas Ticino, nel dare avvio ad un progetto televisivo. «Per un’organizzazione socio-caritativa fare la televisione, oltretutto in un periodo in cui dal punto di vista tecnologico, voleva dire un investimento in mezzi importante, non era scontato, ma abbiamo deciso di cogliere questa opportunità», ci racconta Roby Noris, oggi presidente di Caritas Ticino, che fin dagli inizi ha avuto parte attiva in questa avventura. A Caritas era stato chiesto di occuparsi di uno spazio di riflessione social-religiosa all’interno del programma «Caffè del Popolo», un’idea promossa da Filippo Lombardi, allora direttore del Giornale del Popolo, e appoggiata dalvescovo Eugenio Corecco, sulle frequenze di Tele Campione (i primissimi passi di quella che poi è diventata Tele Ticino).
«La prima puntata, andata in onda a Natale del 1994, e le due che seguirono le avevamo preparate negli studi di Tele Campione, a Melide, ma poi abbiamo deciso di lavorare per conto nostro, nello studio realizzato in un solaio acquistando del materiale di seconda mano. Portavamo a Melide le trasmissioni pronte registrate su cassetta». Una scelta non condivisa da tutti. «C’era chi non capiva perché spendere i soldi a fare televisione invece che per aiutare i poveri. L’ispirazione del vescovo Eugenio Corecco era che la missione, anche di Caritas, era quella in primo luogo di promuovere idee sane e poi quella di aiutare le persone. Il mezzo televisivo ci permetteva di entrare nelle case, di parlare alla gente».
Nel corso del tempo il mondo della comunicazione è cambiato, a partire dall’approccio tecnologico. «Con il passaggio al digitale è stato possibile preparare le trasmissioni in modo più veloce e concepirle in modo diverso. È stato importante dal profilo della gestione dei contenuti», racconta Roby Noris. «La sfida, oggi come allora, è quella di attirare e mantenere l’attenzione delle persone anche con contenuti di approfondimento, tendenzialmente più “noiosi”, attraverso montaggi più dinamici e veloci». L’avvento di internet ha aperto a nuovi canali di distribuzione e per Caritas Ticino è stata fin da subito chiara l’opportunità, data ad esempio di YouTube, di dare visibilità ai video. Sulla piattaforma sono presenti attualmente ben 2400 video con migliaia di visualizzazioni. Sono inoltre cambiati anche i format con la sfida di proporre approfondimenti efficaci in pochi minuti. Anche la promozione delle attività di Caritas Ticino è veicolata attraverso i video. «Lo facciamo in modo molto concreto, coinvolgendo il pubblico e sviluppando temi attuali quali ad esempio l’economia circolare: un’attenzione non solo alle idee ma anche alle concretezza nel nostro lavoro».
Dalle indicazioni della Chiesa spunti di riflessione
La Giornata delle comunicazioni sociali di oggi, domenica 1° giugno, porta un messaggio incentrato soprattutto sulla speranza e sulla pace. «Le indicazioni che la Chiesa ha dato sulla comunicazione le sentiamo molto vicine», evidenzia Roby Noris. «Un pianeta più sano e pacifico lo si costruisce a partire dagli angoli di mondo dove si lavora a modelli di società capaci di rispettare e valorizzare la dignità delle persone. È stato il vescovo Corecco a dirci che la persona è molto più del suo bisogno. Questo modo di prestare attenzione l’ho sentito anche da papa Leone XIV, che già per due volte ha accennato all’intelligenza artificiale come a una rivoluzione e su queste sfide attuali vogliamo concentrare la riflessione, per portare avanti la missione che abbiamo ricevuto in eredità: promuovere idee sane».