«Siamo molto grati per questo Meeting che ha potuto offrire spazi di dialogo e speranza in un mondo purtroppo sempre più conflittuale». Con queste parole Bernhard Scholz, presidente del Meeting di Rimini, ha chiuso la 46ª edizione della manifestazione, che ha visto una partecipazione record di 800mila persone.
Il titolo scelto, “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, ha orientato incontri e testimonianze, chiamando a riflettere sui “deserti” del nostro tempo: solitudine, frammentazione sociale, conflitti, crisi ambientale ed economica.
Fin dall’inaugurazione, con le madri israeliane e palestinesi capaci di trasformare il dolore in riconciliazione, il filo rosso della pace ha guidato i lavori. A Rimini sono intervenuti anche i sopravvissuti di Hiroshima Toshiyuki Mimaki e Masao Tomonaga. Centrale la riflessione sull’Europa e importanti i dibattiti sul futuro della democrazia.
Sul piano ecclesiale hanno dato un contributo significativo il patriarca Bartolomeo e il cardinale Matteo Maria Zuppi, insieme a vescovi provenienti da Siria, Ucraina, Sud Sudan e Algeria.
Accanto ai convegni, grande successo per gli spettacoli: The Rock, omaggio a T.S. Eliot con Sergio Castellitto, Le Confessioni di Sant’Agostino interpretate da Alessandro Preziosi e La fregatura di avere un’anima di Giacomo Poretti. Molto seguiti anche il concerto dei The Sun e il Meeting Music Contest.
I numeri confermano la vitalità dell’evento: 150 convegni con 550 relatori, 17 spettacoli sempre esauriti, mostre visitate da migliaia di persone in più rispetto al 2024, oltre 150 aziende partner coinvolte e la presenza di tremila volontari, il 60% dei quali sotto i trent’anni.
«Nei deserti di oggi possiamo edificare insieme con mattoni nuovi, segni concreti di speranza e di pace», ha ricordato papa Leone XIV nel suo messaggio.
La 47ª edizione del Meeting è già in programma: si terrà dal 21 al 26 agosto 2026 con il titolo, tratto dall’ultimo verso della Divina Commedia di Dante Alighieri, “L’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Il Meeting di Rimini si conferma così come un crocevia di fede, cultura e società, luogo in cui – come ha detto Scholz – è possibile «costruire comunità e futuro con mattoni di dialogo e speranza».