“I risultati scioccanti mostrano a noi vescovi la responsabilità di azioni più consistenti e il dovere di rendere giustizia alle persone colpite. Mostrano anche i fallimenti istituzionali”. È un passo della dichiarazione dei vescovi tedeschi sui risultati dello studio “Abuso sessuale sui minori da parte di sacerdoti, diaconi e membri di ordini religiosi cattolici nell’ambito della Conferenza episcopale tedesca” diffusa oggi da Fulda, dove sono terminati i lavori dell’Assemblea plenaria. I vescovi hanno deciso di “fare proprie” le raccomandazioni della commissione che ha condotto lo studio.
Un piano contro gli abusi
I vescovi tedeschi hanno deciso oggi di assumere precise misure per la lotta agli abusi nella Chiesa. A Fulda hanno deciso un piano d'azione in sette punti, in cui l'accento è posto sulla necessità di aiutare in modo particolare le vittime a rielaborare l'accaduto attraverso il coinvolgimento di personale specialistico esterno. Voglio inoltre chiarire chi abbia la reale responsabilità di questi delitti. Farà parte di tutto ciò anche un discorso trasparente sul celibato e sulla morale sessuale. Anche sui risarcimenti delle vittime bisgnerà stare più attenti. Per i Vescovi, per attuare tutto questo, è necessario un monitoraggio "sopradiocesano", che vigili sulle singole Diocesi e i loro modo di comportarsi all'emergere di nuovi casi.
Nessun tabu
Il presidente della Conferenza episcopale, il card. Reinhar Marx ha sottolineato che non ci devono essere tabù. Perciò, nella formazione al celibato, dovranno d'ora in poi sempre di più essere coinvolti anche medici, psicologi, sociologhi e altri esperti del mondo civile, inverando una nuova forma di collaborazione per la Chiesa. I vescovi oltrettutto dovrebbero essere pronti a un intensivo lavoro di squadra con gli organi statali.
Circa 3600 persone in Germania coinvolte in casi di abuso
Proprio martedì, degli studiosi avevano presentato ai Vescovi tedeschi uno studio sugli abusi nella Chiesa. Il team di ricercatori ha constatato che dal 1946 al 2014 sono state toccate da questa piaga ben 3677 persone, per un totale di 1670 preti, diaconi e monaci colevolmente coinvolti.
kath.ch/red