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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 marzo 2025)
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  • “Vi accompagno da qui”, l'anniversario di pontificato al Gemelli guardando al mondo

    “Vi accompagno da qui”, l'anniversario di pontificato al Gemelli guardando al mondo

    Sembra quasi paradossale che dopo l’ultimo anno, forse tra i più intensi vissuti dei dodici sul soglio di Pietro, tra Giubileo, Sinodo, Concistoro, udienze, incontri, tre viaggi in Italia e tre all’estero (tra cui il più lungo del pontificato in Asia e Oceania), Papa Francesco celebri l’anniversario dell’elezione in una stanza dell’ospedale Gemelli, in un tempo sospeso tra le terapie e la lotta alla polmonite bilaterale che ha colpito il suo fisico 88enne.

    In molti, tra fedeli, giornalisti, osservatori, in questi oltre venticinque giorni di ricovero del Papa nel Policlinico romano, immaginano un Jorge Mario Bergoglio debilitato ma al tempo stesso desideroso di abbandonare presto il decimo piano per riabbracciare il suo popolo. Quel popolo dal quale, il 13 marzo di dodici anni fa, nel 2013, ha invocato la benedizione e al quale ha promesso un cammino comune: «Vescovo e popolo, insieme…». Il popolo a cui, continuamente, alla fine di ogni Angelus, omelia, discorso, chiede di pregare per lui: «Perché ne ho bisogno».

    La risposta del mondo al "pregate per me"

    E se c’è una cosa che non mancherà in questa ricorrenza per il Papa «venuto dalla fine del mondo» saranno certamente le preghiere, come testimoniano le tante iniziative sorte spontaneamente nelle diverse diocesi che hanno unito in un unico filo rosso i cinque continenti: dalla Cina al Ciad, dallo Sri Lanka alla “sua” Argentina, dagli Usa a Roma, dove ogni giorno e ogni ora si vede aumentare il gruppo di fedeli in preghiera sotto la statua simbolo di San Giovanni Paolo II nel piazzale del Gemelli e dove ogni sera in Piazza San Pietro si ritrovano centinaia di persone per recitare i Rosari guidati dalla Curia romana. Preghiere elevate in piazze, chiese, parrocchie, nelle case seguendo gli streaming. Preghiere intensificate dopo gli annunci delle crisi che la polmonite ha provocato al Papa, fortunatamente mai più ripresentatesi, e ricolme di speranza dopo gli ultimi aggiornamenti su lievi miglioramenti e la prognosi sciolta dai medici.

    "In uscita"

    Preghiere (o per chi non crede «buoni pensieri», come ha sempre chiesto lui stesso) connesse da un’unica invocazione: la guarigione di un Papa, quale Jorge Mario Bergoglio, fragile ma tenace, «mai rimasto caduto» (volendo mutuare una sua tipica espressione) ma sempre rialzatosi dopo ogni difficoltà fisica, recuperando forze e voce, viaggiando, incontrando, ricevendo, andando in giro - seppur in sedia a rotelle - per parrocchie di Roma e diocesi del nord Italia o volando dall’altra parte dell’emisfero. Un Papa, Francesco, che da sempre e da subito ha rivelato la volontà di stare «in uscita», quando pochi giorni dopo l’elezione scelse di vivere a Santa Marta, quando nel volo di ritorno dall’Iraq, primo viaggio dopo il lockdown per il Covid, disse di essersi sentito «ingabbiato» in Vaticano, quando nelle interviste dopo ricoveri e operazioni ha confidato di aver contato i giorni dalle sue dimissioni dall’ospedale.

    L'audio risuonato in Piazza San Pietro

    Il 13 marzo 2025 Papa Francesco si trova invece ad iniziare il tredicesimo anno del suo pontificato in ospedale. Fino a questo momento come sua testimonianza vocale c’è solo l’audio risuonato lo scorso 6 marzo tra i fedeli riuniti per il Rosario in Piazza San Pietro: «Ringrazio di cuore per le vostre preghiere per la mia salute dalla Piazza. Vi accompagno da qui. Che Dio vi benedica e che la Vergine vi custodisca. Grazie». Poche parole registrate in spagnolo nell’appartamento privato del Gemelli, tra la fisioterapia respiratoria e l’ossigenazione ad alti flussi, per ringraziare quanti in questi giorni gli hanno manifestato affetto e vicinanza.

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