«Infermiera, artigiana, cantante», così ricordano suor Olga Pianezza le sue consorelle in un messaggio di commiato per la sua scomparsa avvenuta il 28 aprile scorso a Montevideo in Uruguay. Era entrata nella congregazione delle suore missionarie francescane del Verbo Incarnato ancora giovanissima per continuare gli studi e diplomarsi in teologia pastorale alla Lateranense e in infermeria all’ospedale di Parma: due ambiti, quello religioso e quello sanitario, che definiscono bene la vocazione di suor Olga. Nata a Lugano il 20 febbraio 1939, suor Olga era entrata nella Congregazione nel ‘56; «dopo il Noviziato a Fiesole, ha fatto la sua Professione Religiosa il 4 ottobre 1959 nelle mani di madre Giovanna». Negli anni ‘70 parte per il Brasile dove rimane fino al 1997: per otto anni si occupa di una grossa comunità parrocchiale nel Rio Grande del Sud. Poi viene trasferita a Porto Alegre, dove, per quattro anni, assiste le ragazze madri. Infine, negli ultimi tre anni in terra brasiliana si trasferisce nel nord-est, in una zona piena di miseria, dove, con le altre sorelle, gestisce un centro educativo di 150 ragazzi dai 3 ai 14 anni.
L'impegno in Uruguay e il lavoro nei quartieri più poveri
Segue poi l’esperienza in Uruguay, nella periferia di Montevideo, dove si occupa prima di faccende amministrative e poi di un centro di recupero educativo e sociale per ragazzi. Allo stesso tempo, con le consorelle, si prende cura dei «barrios», quartieri abusivi fatti di baracche e costruiti in zone contaminate. Una realtà molto difficile, come aveva confidato lei stessa in una intervista apparsa sul Giornale del Popolo nel 2012: «Dobbiamo partire dall’idea che non saremo noi ad usufruire dei frutti di ciò che seminiamo», aveva dichiarato suor Olga, «e sono sicura che la nostra fatica vale sempre qualcosa. È un lavoro difficile e spesso scoraggiante, ma dobbiamo andare a fondo, analizzare la storia di ognuno di loro e capire che le responsabilità più grandi non sono le loro».
Una vita segnata da coraggio, arte e dedizione
Tra coloro che la piangono e la ricordano vi è anche Mauro Clerici, membro della Conferenza Missionaria: «Suor Olga è stata fin da subito confrontata con una vita in salita: rimasta orfana da bambina, ha trascorso anni in orfanotrofio. Questa esperienza ha contribuito a formare in lei un carattere volitivo, deciso, ma comunque aperto e accogliente verso i più deboli. Ha vissuto l’impegno missionario tra Brasile e Uruguay per oltre 50 anni e, finché ha potuto, è rientrata in Ticino regolarmente in visita ai familiari e ai tanti suoi amici, anche per condividere la sua ricca esperienza nelle comunità e nella scuole. Ha trasmesso il suo amore per il Cristo che libera anche attraverso l’arte: il canto e la pittura». «Prima che nascesse il progetto diocesano ad Haiti - continua Clerici -, ci aveva proposto il contatto con la diocesi Maldonado in Uruguay per aprire un progetto e ci aveva accompagnato nelle varie visite. Poi non ne era nato nulla, ma la Conferenza Missionaria ha sostenuto a lungo le opere della congregazione per diversi decenni». (SG)