Serata ricchissima di spunti quella proposta martedì 30 settembre da UCIT (Unione Cristiana Imprenditori Ticinesi) e LIMES Club Como Canton Ticino al centro pastorale San Giuseppe a Lugano. “Le nuove Sfide Sociali. L’etica e lo spirito del tecnocapitalismo” era il titolo della tavola rotonda moderata da Elettra Fiumi e alla quale hanno preso parte diversi relatori, tra i quali mons. Alain de Raemy: una occasione per analizzare il tecnocapitalismo e gli effetti dell’intelligenza artificiale sulla vita di ciascuno e sulle diverse professionalità.
Ad introdurre il tema Giuseppe De Ruvo, analista geopolitico, che ha analizzato l’importanza dell’Intelligenza Artificiale nel contesto americano e in particolare all’interno dell’amministrazione Trump che ha saputo trasformare la rivoluzione del nostro tempo in un “progetto etico e sociale” di larga scala. Per generare l’AI è necessario “un clamoroso processo industriale”, ha spiegato De Ruvo. “In diverse zone degli USA vengono continuamente costruite enormi infrastrutture per lo stoccaggio di dati, all’interno dei quali vengono impiegati immigrati o americani sconfitti dalla globalizzazione che in questo modo vengono riqualificati. C’è dunque un progetto sociale, che segue secondo Trump e il suo vice Vance una morale cattolica, che vuole mettere al centro la comunità e l’innovazione”.
Interessante la provocazione lanciata da mons. Alain de Raemy - che ha confidato di aver iniziato ad utilizzare Chat GPT per avere risposte immediate, “ma non sempre corrette” - e che ha detto: “grazie all’utilizzo dell’AI liberiamo sempre più del nostro tempo che però non siamo capaci di sfruttare. È una contraddizione”. Secondo l’Amministratore apostolico oggi ogni individuo dovrebbe coltivare tre aspetti per poter progredire individualmente: il tempo, la solitudine e la condivisione: “È necessario trovare del tempo per confrontarsi con sé stessi e in un secondo tempo anche in condivisione con gli altri per capire che non siamo soli. Ma sono due dimensioni che spesso il nostro tempo frenetico non permette di vivere”.
È intervenuto poi Matteo Vanotti agricoltore, ingegnere ed imprenditore, CEO di xFarm Technologies, la società tecnologica che si occupa di digitalizzazione delle aziende agricole e della filiera agroalimentare, che ha parlato di come l’IA sta cambiando il modo di fare agricoltura, uno degli ultimi settori ad essere coinvolto da questa enorme rivoluzione. Anche Stefania Padoan, vice presidente di AITI, ha confermato quanto sia indispensabile la tecnologia oggi perché “crea valore, ma non dobbiamo dimenticarci delle persone”.
Una serata piena di spunti interessanti che ha dato modo al pubblico presente di allargare il proprio sguardo e comprendere meglio le dinamiche con le quali veniamo governati ogni giorno attraverso gli algoritmi e l’intelligenza artificiale. Una rivoluzione, quella dell’AI, che si è imposta a livello globale in tempi brevissimi e con la quale ora dobbiamo imparare a vivere sfruttandone al meglio il potenziale e comprendendone i rischi e i pericoli.
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