Continua in Belgio la polemica sulle parole pronunciate dal Papa riguardo al tema dell'aborto. Avvenire riporta la notizia che il primo ministro dimissionario del Belgio, Alexander De Croo, ha annunciato che richiederà un colloquio con il nunzio apostolico in seguito alle dichiarazioni di papa Francesco sull’aborto durante la sua recente visita nel Paese. «Il mio messaggio sarà chiaro. Ciò che è successo è inaccettabile», ha detto De Croo in una sessione al Parlamento federale belga. L’appuntamento è stato già fissato, ma non è chiaro se si tratta di una “convocazione” ufficiale (che di solito però viene formulata dal ministero degli Esteri del Paese ospitante) o di un colloquio meno formale.
Avvenire commenta che "si tratta di una decisione forte da parte del politico belga. E non è la prima. Quando il Papa, durante la sua visita apostolica, ha incontrato le autorità belghe è successo infatti che De Croo, anche se era previsto solo quello del Re, ha voluto comunque rivolgere un saluto al Papa, esprimendo nell’occasione giudizi particolarmente duri sull’atteggiamento della Chiesa riguardo alla gestione degli abusi perpetrati da chierici («La dignità umana è prioritaria e non gli interessi dell’Istituzione. Per poter rivolgere lo sguardo in avanti, la Chiesa deve chiarire il suo passato»). Questa volta il premier ha deciso invece di chiamare a rapporto il rappresentante pontificio in Belgio, l’arcivescovo italiano Franco Coppola, per le parole sull’aborto che il Papa ha pronunciato a più riprese durante il suo viaggio.
Per leggere il commento di Avvenire
Qui invece: leggi per catt.ch il professor Jerumanis (FTL): le parole forti e i gesti significativi del Papa in Belgio
All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.