In occasione del 20esimo anniversario dalla fondazione, la Comunità di Lavoro delle Chiese Cristiane in Ticino (CLCCT), di cui don Rolando Leo è presidente, assieme al pastore Stefano D’Archino e a don Pierangelo Regazzi, arciprete della Collegiata di Bellinzona, organizza per venerdì 24 gennaio, alle 20.30, nella sala della Chiesa evangelica di Bellinzona una conferenza , in cui interverranno il prof. Andrea Grillo (cattolico, ordinario di Liturgia presso l’Ateneo Sant’Anselmo di Roma) e il prof. Paolo Ricca (valdese, emerito di storia del cristianesimo presso la Facoltà valdese di teologia di Roma) su un tema ancora poco conosciuto: l’ospitalità eucaristica. Per cercare di comprendere meglio questa non facile questione, abbiamo fatto un’intervista «doppia», a don Rolando Leo e al pastore D’Archino. Che cosa si intende esattamente con il termine ospitalità eucaristica? Pastore D’Archino: «I due professori presenteranno la proposta di accogliere all’Eucarestia e alla Santa Cena fratelli e sorelle di altre confessioni cristiane, partecipando insieme e andando oltre le difficoltà dottrinali, spinti da un’esigenza, soprattutto delle coppie interconfessionali». Don Rolando Leo: «Se oggi fra cristiani è molto più ciò che ci unisce di ciò che ci divide, le teologie e la visione di ciò che l’eucarestia significa cambiano, in modo particolare, tra cattolici e protestanti. Ospitarsi vuol dire accogliersi, sentire che abbiamo bisogno di vederci, di confrontarci, di stare assieme, di condividere il pane in Gesù. Il cammino è ancora in corso ». Quali sono i motivi di interesse di una conferenza che affronta un tema sul quale le diverse confessioni hanno visioni fondamentalmente differenti? Pastore D’Archino: «Le Chiese cristiane da molti decenni dialogano, riconoscono il battesimo reciprocamente, ma alla “mensa del Signore” sono separate. Infatti, l’ospitalità eucaristica non è un tabù, ma quasi. Se la Cena del Signore è aperta a tutti coloro che vogliano parteciparvi, non è affatto scontato partecipare ad una messa, cioè all’eucarestia cattolica. L’ospitalità rappresenterebbe de facto la fine delle “scomuniche”fra confessioni cristiane, infatti, letteralmente la scomunica è essere esclusi dalla Comunione. E sarebbe un altro passo del cammino ecumenico, nell’accoglienza delle differenze su temi controversi». Don Rolando Leo: «I motivi sono legati alla curiosità di sapere e conoscere a che punto si è con il reciproco riconoscimento delle nostre celebrazioni alla mensa del Signore Gesù, in quell’ultima cena in cui Gesù ha donato fisicamente sé stesso ai suoi e al mondo». Per noi cattolici, infatti la questione fondamentale e non op- zionale è la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia. È un tema che può interessare tutti? Pastore D’Archino: «Penso lo sia, anche per chi è ateo, in quanto l’ecumenismo è centrale nelle diverse confessioni, combattute fra modernità e conservatorismo, e mostra come le Chiese, nonostante il passato lacerante e la loro forte identità, possano dialogare, nel rispetto reciproco e mostrare una via di pace che non sia di uniformità». Don Rolando Leo: «La realtà delle Chiese nel mondo ha una portata culturale, il cammino è stato complesso ed è bimillenario. Non si può prescindere storicamente da questa componente umana, sociale e religiosa, sia in Europa che fuori». (red)