Qualche mese fa Donald Trump si è fatto sponsor di una speciale edizione della Bibbia fregiata della scritta “Dio benedica gli Usa”. «Molti di voi non l’hanno mai letta – dichiarò in appoggio al lancio di quell’edizione, per altro sollevando il legittimo dubbio se egli l’avesse letta –. La religione e il cristianesimo sono le cose più grandi che mancano in questo Paese, e credo davvero che dobbiamo riprenderceli indietro e dobbiamo farlo in fretta».
In quei giorni era una strategia difensiva e una mossa elettoralistica tese a conquistare il consenso di un elettorato allora ancora dubbioso sulle virtù cristiane del candidato. Oggi, a pochi giorni dalla istituzione alla Casa Bianca di un “Ufficio per la fede” diretto dalla predicatrice Paula White, l’immagine di Trump con la Bibbia o del presidente raccolto in preghiera mentre viene benedetto dai pastori evangelical del neocostituito “Ufficio della fede” diventano l’icona di un programma che adotta simboli e linguaggi politici.
Siria: le voci di una volontaria dal Ticino e del Direttore di Caritas Svizzera.
L’opera, il cui progetto prevede vetrate che racconteranno la vita di Acutis, dovrebbe essere completata entro la fine del 2027, con un investimento stimato di un milione di dollari, interamente finanziato da donazioni.
Dopo una revisione di 6 settimane, il governo americano provvede a cancellare l'83% dei programmi dell'agenzia solidale americana, ha comunicato il segretario di Stato Usa in un post nel social X.