Alle 7.35 di questa mattina è morto Papa Francesco, stroncato da un ictus durante la notte. L’annuncio ufficiale è stato dato alle 9.47 dal camerlengo, cardinale Kevin Joseph Farrell, secondo l’antico protocollo vaticano, che il Pontefice aveva parzialmente semplificato. La tradizione prevede che la morte del Papa venga accertata dal camerlengo alla presenza di alti prelati, e, sebbene oggi sia un medico a confermarla ufficialmente.
I passi successivi e il funerale
Alla morte del Papa, la camera e lo studio vengono sigillati, e il portone in bronzo di San Pietro viene chiuso a metà. Secondo il nuovo protocollo funebre introdotto da Papa Francesco nel 2024, il corpo del Pontefice non sarà più esposto su un catafalco, ma in una semplice bara di legno, con dignità ma in modo sobrio, come ogni cristiano. La conferma della morte avviene nella cappella e il corpo viene subito deposto in una bara con rivestimento in zinco, poi trasferito in San Pietro per tre giorni di omaggio dei fedeli.
Seguono i Novendiali, nove giorni di lutto, durante i quali il camerlengo e tre cardinali, estratti a sorte, gestiscono le attività vaticane. I funerali si celebrano tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte, con una sola veglia e senza cerimonia di chiusura della bara. Francesco ha scelto come luogo di sepoltura la Basilica di Santa Maria Maggiore, legata alla sua devozione alla Madonna Salus Populi Romani, anziché le tradizionali grotte vaticane.
Il conclave
Durante la fase di transizione dopo la morte del Papa, due figure chiave sono il camerlengo e il decano del Collegio cardinalizio. Quest’ultimo convoca i cardinali al conclave, ma poiché l’attuale decano, Giovanni Battista Re, ha superato gli 80 anni, sarà Pietro Parolin a presiedere. Al conclave parteciperanno 135 cardinali elettori, tra cui due svizzeri: Kurt Koch e Emil Paul Tscherrig. Il più anziano votante sarà Carlos Osoro Sierra (79 anni), il più giovane Mykola Byčok (45 anni).
I papabili
Dopo Papa Francesco, diversi cardinali emergono come possibili successori, rappresentando sensibilità e aree geografiche differenti. Tra gli italiani, si segnalano:
Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, moderato e in continuità con Bergoglio;
Matteo Zuppi, presidente della CEI, noto per l’approccio pastorale aperto e vicino ai poveri;
Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, esperto di Medio Oriente;
Mauro Gambetti, vicario generale per la Città del Vaticano, molto vicino a Francesco.
Tra i non italiani:
Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, vicino alle idee di Francesco su immigrazione e dialogo interreligioso;
Mario Grech, maltese, segretario del Sinodo, sostenitore delle riforme ecclesiali;
Luis Antonio Tagle, filippino, soprannominato il "Francesco asiatico", impegnato nel sociale;
Peter Turkson, ghanese, con forte esperienza vaticana e pastorale, espressione della Chiesa africana in crescita;
Robert Sarah, guineano, 79 anni, figura di spicco del conservatorismo cattolico, già prefetto della Congregazione per il Culto Divino;
Gérald Cyprien Lacroix, canadese, 67 anni, arcivescovo di Québec, pastore vicino alla gente e attento ai temi sociali;
Anders Arborelius, svedese, 75 anni, nato a Sorengo in Ticino da genitori svedesi; primo cardinale scandinavo, impegnato nel dialogo ecumenico;
Michael F. Czerny, canadese, 78 anni, gesuita, già collaboratore di Francesco per i migranti e l’ecologia integrale;
Jean-Claude Hollerich, lussemburghese, 67 anni, relatore generale del Sinodo, vicino alla visione riformatrice di Francesco.
La scelta del nuovo pontefice dipenderà dall’equilibrio tra continuità e rinnovamento nella Chiesa cattolica, ma va detto che lo Spirito Santo ha anche altre idee rispetto al “totopapa”.