Nove discorsi, cinque saluti, due omelie. Incontri istituzionali, celebrazioni ecumeniche, preghiere a tombe di santi o negli scavi archeologici di Nicea, visita alla Moschea Blu, poi a centri di assistenza di poveri e malati o al luogo simbolo di una enorme tragedia quale il porto di Beirut. È un viaggio denso di contenuti e appuntamenti quello che Papa Leone XIV si appresta a compiere in Türkiye e Libano dal 27 novembre al 2 dicembre prossimi. Viaggio – primo del pontificato – che vede tra le tappe principali il pellegrinaggio a İznik, nome odierno dell’antica Nicea, in occasione del 1700.mo anniversario del primo Concilio della storia. Questa mattina, 27 ottobre, ad un mese esatto dalla partenza del Pontefice, la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso il programma ufficiale.
Appuntamenti significativi
Ankara, Istanbul, İznik, poi Beirut, Annaya, Harissa, Bkerké, i luoghi che accoglieranno Papa Leone, il quale – come egli stesso ha spiegato – volerà nei due Paesi mediorientali per realizzare un desiderio del predecessore Francesco e diffondere un messaggio di pace in questa latitudine del mondo ferita da guerre e drammi di vario tipo. Spiccano dal programma diffuso oggi alcuni eventi, a cominciare dall’incontro ecumenico di preghiera nei pressi degli scavi dell’antica Basilica di San Neofito a İznik che sarà il momento culminante delle celebrazioni per i 1700 anni di Nicea. Ma anche, sempre in Turchia, la firma di una Dichiarazione congiunta con il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel Palazzo Patriarcale a Istanbul e la visita alla Sultan Ahmet Camii, meglio conosciuta come Moschea Blu, una delle più importanti moschee di Istanbul, che già aveva visto sotto le sue volte e i suoi suggestivi mosaici due Papi: Benedetto XVI e Francesco. E ancora, in Libano, si terranno la già citata tappa al porto di Beirut, teatro della devastante esplosione dell’agosto 2020; la preghiera sulla tomba di San Charbel Maklūf, il monaco guaritore considerato patrono del Paese, presso il Monastero di Annaya; l’incontro con operatori ed assistiti dell’ospedale libanese di Jal ed Dib, primo nosocomio per disabili mentali nato come opera di misericordia corporale.
Tra Ankara, Istanbul e İznik
Più nel dettaglio il viaggio di Leone XIV inizierà giovedì 27 novembre alle 7.40 con la partenza da Roma-Fiumicino verso la capitale turca Ankara. L’arrivo è previsto alle 12.30 nell’Aeroporto internazionale di Ankara/ Esenboğa, dove si terrà l’accoglienza ufficiale. Dopo un’ora il Papa si trasferirà al Mausoleo Atatürk, il maestoso Anıtkabir dedicato al fondatore del moderno Stato laico. Nel Palazzo presidenziale si terrà invece, alle 14.10, la cerimonia di benvenuto a cui seguirà la visita al presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdoğan, e, dopo oltre un’ora, l’incontro, alle 15.30, con autorità, società civile e corpo diplomatico. In quella occasione, il Pontefice pronuncerà il suo primo discorso. Nel tardo pomeriggio, intorno alle 17.20, si congederà dalla capitale per volare alla volta di Istanbul, dove l’arrivo è previsto in circa un’ora e mezza.
Nella metropoli divisa dal Bosforo, snodo tra Europa e Asia, Leone XIV trascorrerà buona parte della seconda giornata del viaggio, prima del trasferimento a İznik. Alle 9.30 presiederà un incontro di preghiera con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e gli operatori pastorali presso la Cattedrale del Santo Spirito. A loro, il Pontefice rivolgerà un discorso. Poi si sposterà alla Casa di accoglienza delle Piccole sorelle dei poveri, da oltre 120 anni testimonianza viva di carità e servizio verso gli anziani bisognosi. Alle 14.15 è previsto, invece, il trasferimento in elicottero a İznik, 30 km a sud-est di Istanbul, centro dell'omonimo distretto della provincia di Bursa, dove si svolgerà la succitata celebrazione ecumenica tra le antiche rovine della basilica di San Neofito. È previsto, in questa occasione, un altro discorso di Papa Leone. Il quale già nel pomeriggio, alle 18.30, farà ritorno a Istanbul - ma questa volta in elicottero – dove incontrerà privatamente, alle 18.30, i vescovi presso la Delegazione apostolica.
Altrettanto intensa sarà la giornata di sabato 29 novembre che si aprirà con la visita alla Moschea blu e proseguirà con l’incontro privato con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane presso la Chiesa ortodossa siriaca di Mor Ephrem e la Doxologia (una breve formula rituale) nella Chiesa patriarcale di San Giorgio, durante la quale il Papa pronuncerà un saluto. In questa stessa giornata, alle 15.50, Leone vedrà Bartolomeo nel Palazzo patriarcale. I due, che si erano già visti nel maggio scorso, firmeranno una Dichiarazione congiunta. Subito dopo questo momento, il Pontefice si recherà nella “Volkswagen Arena” per la Messa, alle ore 17.
Il trasferimento a Beirut
Domenica 30 novembre sarà invece il giorno del trasferimento in Libano. In Türkiye vivrà però gli ultimi appuntamenti mattutini con la visita di preghiera alla Cattedrale armena apostolica (previsto un saluto) e la Divina liturgia nella Chiesa di patriarcale di San Giorgio, alla quale seguirà una benedizione ecumenica con un discorso di Leone XIV. Che, trascorso il pranzo con Bartolomeo nel Fanar, sede del Patriarcato ecumenico, lascerà il Paese e si trasferirà a Beirut. Prima la cerimonia di congedo presso l'Aeroporto Istanbul/Atatürk, poi la partenza alle 14.45 e l’arrivo alle 15.45 nell’Aeroporto internazionale della capitale libanese e la cerimonia di benvenuto. Da subito il Pontefice terrà i primi incontri istituzionali: la visita di cortesia al presidente della Repubblica, Joseph Aoun, alla guida del Libano dal gennaio scorso; gli incontri con il presidente dell’Assemblea nazionale, Nabih Berri, e con il primo ministro Nawaf Salami, che il Papa ha ricevuto sabato in udienza in Vaticano. Alle 18 Leone XIV vedrà autorità, società civile e corpo diplomatico e rivolgerà loro un discorso. L’appuntamento chiuderà la prima giornata di viaggio nel Paese dei Cedri.
Il giorno successivo, 1° dicembre, si aprirà con il trasferimento ad Annaya, la frazione di Beirut dove sorge il Monastero di San Maroun, meta di milioni di pellegrini ogni anno, tra cui anche musulmani. Alle 9.45 Papa Leone scenderà nella grotta dove è sepolto San Charbel, il monaco cristiano proclamato santo da Paolo VI, al quale si attribuiscono oltre 29 mila miracoli di guarigione. Dopo questo momento di preghiera, il Pontefice si trasferirà ad Harissa, nel celebre santuario di Nostra Signora del Libano, dove svetta la statua bianca della Madonna che sembra sorvegliare sul Paese e sull’intero Medio Oriente. Lì Papa Leone incontrerà il clero locale (vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate, operatori pastorali), pronuncerà un discorso, poi nella vicina Nunziatura apostolica, guidata da monsignor Paolo Borgia, vedrà privatamente i patriarchi cattolici. Nel pomeriggio alle 16 è previsto invece l’incontro ecumenico e interreligioso in Piazza dei Martiri e, a seguire, ovvero alle 17.45, quello coi giovani nel piazzale antistante il Patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké. In entrambe le occasioni, sono previsti discorsi del Papa.
La preghiera al porto colpito dall'esplosione
Altrettanto intensa sarà l’ultima giornata del viaggio, sempre a Beirut, il 2 dicembre, che inizierà alle 8.30 con la visita a operatori e assistiti dell’Ospedale “De La Croix” a Jal el Dib e con l’arrivo al porto per la “preghiera silenziosa” sul luogo dell’esplosione che cinque anni fa uccise oltre 200 persone e ne ferì altre 7 mila. Alle 10.30, il Papa presiederà infine la Messa presso il Beirut Waterfront. L’omelia non sarà l’ultima parola del Pontefice che pronuncerà un discorso durante la cerimonia di congedo in Aeroporto. Essa si terrà alle 12.45, alle 13.15 la partenza e l’arrivo a Roma-Fiumicino alle 16.10.
I motti e i loghi del viaggio
Oltre al programma, la Sala Stampa ha pubblicato oggi loghi e motti del viaggio apostolico di Papa Leone XIV. Il logo della Turchia si sviluppa in un cerchio che racchiude il Ponte dei Dardanelli, alludendo all’incontro tra Asia ed Europa e a Cristo come ponte tra Dio e l’umanità. Sotto il ponte scorrono onde che evocano l’acqua battesimale e il lago di İznik; a destra si erge la Croce del Giubileo 2025, mentre in alto a sinistra tre cerchi intrecciati rappresentano la Santissima Trinità. L’insieme esprime visivamente il motto del Viaggio “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4,5): il cerchio simboleggia l’unicità di Dio, il ponte l’unica fede che unisce i popoli, le onde il battesimo che rigenera i figli di Dio, invitando a costruire fraternità e dialogo tra Oriente e Occidente. Il logo libanese raffigura invece il Papa con la mano destra alzata in segno di benedizione, affiancato da una colomba che simboleggia la pace e da un cedro che rappresenta il Libano con la sua ricca storia di fede e di armonia interreligiosa. A destra la “Croce-ancora” del Giubileo 2025 significa la speranza saldamente fondata sulla fede in Cristo. I colori blu profondo e rosa tenue, verde e azzurro esprimono serenità, unificati dal bianco che riflette l’anelito del Libano alla pace. Il motto “Beati gli operatori di pace”, dal Vangelo di Matteo, contiene il messaggio centrale della visita: confortare il popolo libanese incoraggiando il dialogo, la riconciliazione e l’armonia tra tutte le comunità.
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