Questo momento particolare dell’anno - scrive Stefano Frisoli, direttore di Caritas Ticino nell’editoriale del numero natalizio della loro rivista - ci introduce quasi spontaneamente alla possibilità di pensare a ciò che è stato e a ciò che sarà.
È segnato da una fine e da un nuovo inizio che spesso accogliamo come “luogo del possibile”, mascherato da buoni propositi o da decisioni da mettere in campo.
Ma questo non per tutti. Spesso il futuro è visto con paura, con incertezza e con smarrimento. La dimensione del possibile diventa così inaccessibile.
La povertà che incontriamo tutti i giorni, prende forma nei volti e nelle storie di chi ha smesso di immaginare per sé una novità possibile, una novità di speranza e questo produce esclusione, marginalità e solitudine.
Ma prima di essere un’idea la speranza credo sia un’esperienza che si radica profondamente nella vita di ognuno di noi. Abita laddove vive il desiderio.
Si alimenta del desiderio stesso inteso come “desiderio dell’Altro”.
«Non esiste desiderio senza l’Altro, perché il desiderio non può bastare a se stesso» e ancora il desiderio «è il dono della mancanza dell’Altro, è il dono di quello che l’Altro non ha, è il dono della mancanza che la tua presenza e la tua assenza sanno aprire in me», scrive Massimo Recalcati facendo l’esegesi di J. Lacan.
Questa dimensione relazionale fa emergere la cifra che libera la speranza come cura dell’Altro, la “cura autentica” come la definisce M. Heiddeger.
Oggi, nelle nostre relazioni, dove si alimenta il desiderio dell’Altro, dove sperimentiamo la cura, l’attenzione, la dedizione, nasce la speranza.
Ancora una volta a ricordarcelo è la nascita di quel bambino in una grotta, come segno dei segni, come speranza incarnata, come luogo del compimento del desiderio, come luogo della cura.
L’augurio per queste Natale allora è che guardando a questo evento si possa nuovamente essere gesti di “cura”, nelle nostre relazioni di prossimità e nelle nostre relazioni comunitarie, per aprire un tempo nuovo, un tempo del possibile, un tempo di speranza.
Al buio sento le lacrime / scivolare, solcare / il mio viso stanco / ti vorrei abbracciare / ti vorrei baciare.
"se questo bambino è Dio, allora la nostra umana realtà è tutta sacra". Il messaggio natalizio e gli auguri del Vescovo, mons. Alain de Raemy, Amministratore Apostolico della Diocesi di Lugano.
Intervista a Madre Angelini, benedettina e assistente spirituale al recente Sinodo, sul senso della nascita di Cristo.