Dieci bambini feriti nella Striscia di Gaza arriveranno in Svizzera entro fine ottobre. Almeno uno di loro sarà accolto al San Giovanni di Bellinzona. “I primi bambini arriveranno entro le prossime due settimane”, conferma Alessandro Bressan, direttore dell’Ospedale Regionale di Bellinzona, a Ticinonews.
Il Ticino partecipa così all’azione umanitaria promossa dalla Confederazione insieme a diversi Cantoni, tra cui Basilea Città, Ginevra e Vallese. L’obiettivo: offrire cure mediche urgenti a una ventina di minori palestinesi vittime del conflitto.
Non conosciamo ancora l’età dei bambini né la gravità delle ferite”, spiega Bressan, “ma ci aspettiamo di dover intervenire soprattutto in ambito ortopedico.
I piccoli saranno accompagnati da un familiare, per il quale la Croce Rossa di Giubiasco ha già predisposto un appartamento. Anche l’aspetto culturale e linguistico non viene trascurato: “Siamo consapevoli che accogliere bambini provenienti da un contesto tanto diverso richiede sensibilità e preparazione”, aggiunge Bressan.
Mentre nei Grigioni il Governo ancora valuta se l’ospedale cantonale disponga delle infrastrutture necessarie, il Ticino si muove con decisione. Una scelta che si inserisce in un contesto più ampio di solidarietà e di impegno umanitario promosso anche dalla Chiesa.
La solidarietà del Papa
Proprio in questi giorni, infatti, Papa Leone XIV ha inviato a Gaza cinquemila antibiotici destinati ai bambini. L’iniziativa è stata realizzata attraverso l’Elemosineria apostolica, definita dal cardinale Konrad Krajewski “il pronto soccorso del Papa”.
È necessario passare dalle parole ai fatti”, afferma Krajewski. “La Chiesa sa che il Vangelo è credibile solo quando si traduce in gesti di vicinanza e accoglienza.
Il Pontefice aveva già espresso più volte la propria preoccupazione per la situazione nella Striscia, invitando la comunità internazionale alla pace e alla cooperazione. Ora, con l’apertura dei valichi e l’arrivo dei primi aiuti, “la scintilla di speranza” evocata all’Angelus trova un riscontro concreto.
Anche la diplomazia vaticana segue da vicino gli sviluppi. Il segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher, ha definito “positivo” l’accordo raggiunto a Gaza, pur sottolineando la sua fragilità. “Ora serve molto lavoro e dialogo tra le parti – ha affermato –. Le nostre fonti religiose devono essere fonti di riconciliazione.”
Un segno di speranza concreta
L’arrivo dei bambini in Ticino e l’invio degli antibiotici da parte del Papa rappresentano due gesti complementari: la solidarietà delle istituzioni civili e quella della Chiesa che si fa prossima ai più piccoli. In un tempo di dolore e divisione, queste azioni mostrano che la cura e l’accoglienza restano il linguaggio universale della pace.
fonte: ticinonews/vaticannews/catt.ch