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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (14 ottobre 2025)
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  • Papa Leone XIV fra i fedeli in piazza San Pietro

    Giubileo: un rito che attraversa i secoli, un popolo in cammino

    L’Anno Santo 2025 è al contempo ordinario e particolare. Ordinario perché avviene nel 25esimo anno e perché torna a mobilitare milioni di pellegrini verso Roma, tra basiliche, riti e speranze. Particolare in questo Giubileo abbiamo assistito alla morte di un papa e all’elezione del suo successore: perché fino a quel momento era successo solo una volta (nell’anno 1700). Ma come nasce questo rito millenario? Perché il desiderio di varcare soglie sacre resiste al tempo? È un gesto rimasto sempre uguale o c’è un’evoluzione nel corso del tempo? Per rispondere a queste domande, ci addentriamo nella storia profonda del Giubileo, dalle sue radici bibliche fino alle sue trasformazioni più recenti con Simona Negruzzo, professoressa di Storia della Chiesa a Bologna e Lugano.

    Con lei vorremmo partire… dall’inizio. In che modo e perché si parla di Giubileo fin dall'Antico Testamento?
    Il termine “giubileo” deriva dal suono del corno d’ariete (yobel), legato alla festa ebraica del Kippur. Col tempo, ha assunto un significato più ampio: un tempo sacro da dedicare a Dio e alla riscoperta di relazioni autentiche.

    Concretamente, nei testi sacri si parla anche di liberazione della schiavitù…
    Sì, nel Levitico si legge che ogni 50 anni doveva essere un anno speciale, di riconciliazione: si restituivano le terre, si liberavano gli schiavi e si condonavano i debiti. Un tempo per ristabilire giustizia e libertà.

    Questo giubileo biblico quindi si è realizzato davvero, cioè è stato storicamente attuato?
    No, in pratica non fu mai applicato. Era più un ideale spirituale: far riposare la terra o liberare gli schiavi in una società agricola era difficilissimo. Ma il suo valore stava nel richiamo costante a non possedere nulla come scontato, a mettere Dio e la giustizia al centro.

    Quindi, anche se non si realizzava, il giubileo restava un appello?
    Esatto. Un richiamo al primato del trascendente e alla dignità di ogni persona, anche all’interno di un ordine sociale che il cristianesimo non ha abolito, ma ha imparato a guardare con occhi nuovi.

    Nella forma odierna il Giubileo è stato celebrato davvero per la prima volta nel 1300. Si trattava di una novità e quale era il contesto della Chiesa?

    Il termine “Giubileo” compare per la prima volta nella Bibbia latina con San Girolamo, che traduce l’ebraico yobel con annus iubilaei. Ma è solo tra XI e XII secolo che il concetto si lega al perdono dei peccati. Già Isidoro di Siviglia aveva accennato a questo legame, che poi si sviluppa con le indulgenze. La prima indulgenza plenaria strutturata fu concessa da Papa Urbano II nel 1095, a chi partiva per la prima crociata: un’idea di giubileo come tempo speciale di grazia e perdono.

    E il primo vero Giubileo?
    Lo proclama Bonifacio VIII nel 1300, in un contesto in cui la Chiesa si sta affermando come potenza, in competizione con l’Impero. Bonifacio è una figura centrale, e persino Dante – che probabilmente partecipò a quel primo Giubileo – lo cita nella Divina Commedia, pur essendone acerrimo nemico.

    Perché proprio allora nasce il Giubileo romano?
    Nasce anche per ragioni pratiche e strategiche: i pellegrinaggi in Terra Santa erano diventati sempre più difficili. Roma diventa così la nuova grande meta spirituale. Non c’è luogo più simbolico, agli occhi della cristianità, che la città dove sono sepolti Pietro e Paolo.

    Varcare la Porta Santa nel desiderio di salvezza

    L’idea della Porta Santa nasce inizialmente da un’esigenza molto pratica: i pellegrini arrivavano a Roma e raggiungevano la Basilica costantiniana. Non dobbiamo immaginare l’attuale San Pietro, che verrà costruita solo a partire dal Cinquecento e rimarrà a lungo un cantiere aperto.

    Dal punto di vista tecnico, varcare la soglia della Basilica segna la fine del cammino e l’ingresso nella meta desiderata. Con il tempo, questo gesto assume un valore sempre più simbolico: il luogo stesso diventa parte essenziale dell’esperienza del pellegrinaggio, un elemento che ne rafforza il significato. Va ricordato che il gesto di entrare dalla Porta Santa ha un significato ben preciso: è un modo per vivere concretamente le parole di Gesù. Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 10, versetto 9, Gesù dice: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo ». Entrare da quella porta diventa allora un segno del desiderio di salvezza e di fiducia in Lui.

    Per gestire l’afflusso sempre maggiore di pellegrini durante il Giubileo, si iniziarono ad aprire le Porte Sante anche in altre basiliche di Roma, (San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura) e, successivamente, Santa Maria Maggiore. Un modo pratico ma anche simbolico per distribuire l’accoglienza in città.

    Giubilei: Un Viaggio nel Tempo e nella Storia della Chiesa

    1300
    Viene celebrato il primo Giubileo, sotto il pontificato di Bonifacio VIII.

    1309-1377
    Il papato si trasferisce ad Avignone, in Francia, periodo noto come la cattività avignonese. I papi di Avignone, come Clemente VI e Urbano VI, regolamentano le celebrazioni giubilari, modificandone la frequenza. Nel 1350 si celebra il Giubileo dopo la devastante Peste Nera, che ha profondamente cambiato la percezione della vita in Europa.

    1525
    Il Giubileo si svolge in un contesto difficile: proprio in quell’anno avviene la battaglia di Pavia, con la cattura del re di Francia da parte di Carlo V. Papa Clemente VII deve anche affrontare le questioni dottrinali sollevate dalla Riforma protestante. Il Giubileo mantiene un forte richiamo alla penitenza e alla purificazione.

    1550
    Il Giubileo si celebra durante il Concilio di Trento, in un momento in cui la cristianità occidentale accetta, con la Pace di Augusta del 1555, la coesistenza di diverse confessioni cristiane all’interno dei regni.

    1575
    Gregorio XIII è un Papa giurista, che oltre ad istituire il Giubileo di quell’anno, introduce il calendario gregoriano, che sostituisce quello giuliano. Questa riforma viene inizialmente respinta dai protestanti, ma poi gradualmente accettata. Si cominciano a definire regole precise per la celebrazione dei Giubilei.

    Fine 1500 - 1600
    Roma vive un periodo di grande trasformazione artistica e religiosa. Sisto V con l’aiuto di artisti ticinesi come il Borromini e il Maderno, poi il Bernini e i loro successori danno nuova forma alla città con piazze, obelischi e monumenti. La Chiesa rafforza la sua immagine di potenza dopo il Concilio di Trento.

    1775
    Papa Pio VI celebra il Giubileo in un’epoca segnata dall’Illuminismo e dalla soppressione dei Gesuiti. Poco dopo la rivoluzione francese mette in crisi l’autorità della Chiesa, che perde terreno politico e spirituale.

    1800
    Il Giubileo non viene celebrato a causa delle difficoltà politiche legate al periodo napoleonico.

    1825
    Dopo la caduta di Napoleone, Pio VII celebra il Giubileo in un clima di Restaurazione, con la Chiesa che tenta di riconquistare parte della sua influenza.

    1850 e 1875
    Il Giubileo di Pio IX viene ostacolato dalla situazione politica italiana: il papa fugge a Gaeta e la Repubblica Romana impedisce una piena celebrazione. Nel 1875 il Giubileo si tiene “a porte chiuse” a causa della cosiddetta questione romana, il conflitto tra Stato italiano e Chiesa che porterà i papi a definirsi “prigionieri in Vaticano”.

    1900
    Leone XIII decide di rilanciare la celebrazione del Giubileo, in un momento in cui la Chiesa tenta di confrontarsi con la modernità senza rinunciare ai suoi principi. L’anno santo è segnato dall’introduzione della luce elettrica nella Basilica di San Pietro.

    1925
    Il regime fascista sfrutta il Giubileo per cercare l’appoggio del cattolicesimo. In questo contesto si sposta l’attenzione dal Vaticano alla città di Roma, con eventi simbolici come la posa della croce al Colosseo, che ricorda il martirio dei primi cristiani.

    1950
    Il Giubileo di Pio XII segna un momento di riscatto per la Chiesa nel clima post-bellico, sostenuta dalla Democrazia Cristiana. Viene inaugurata ufficialmente Via della Conciliazione, simbolo della riconciliazione tra Stato e Chiesa. È anche l’anno in cui il pellegrinaggio inizia a trasformarsi in turismo religioso.

    1975
    Si celebra il primo Giubileo dopo il Concilio Vaticano II, con una forte attenzione alla riconciliazione sia interna alla Chiesa sia con il mondo moderno. È anche un momento di apertura ecumenica e interreligiosa, con la partecipazione di monaci buddisti e il superamento delle antiche divisioni con la Chiesa di Bisanzio. Il contesto è però difficile, segnato da crisi energetica e austerità.

    1983
    Giubileo straordinario indetto da Giovanni Paolo II, dedicato alla riconciliazione e al perdono.

    2000
    Il grande Giubileo del terzo millennio è guidato da Giovanni Paolo II, che lo interpreta come un’occasione per riscoprire il mistero dell’incarnazione e chiedere perdono per gli errori del passato, pur senza cancellare la memoria.

    2015-2016
    Papa Francesco indice un Giubileo straordinario della Misericordia, sottolineando temi come l’annullamento dei debiti, l’unità e la riconciliazione, con un forte richiamo alla pace in un momento storico segnato da tensioni internazionali.

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