di Gino Driussi
Il 16 ottobre 1975 veniva accettata in votazione popolare la modifica dell'articolo primo della Costituzione del Canton Ticino, segnatamente il conferimento alla Chiesa cattolica apostolica romana e alla Chiesa evangelica riformata della personalità giuridica di diritto pubblico. Se per la Chiesa cattolica la personalità di diritto pubblico delle parrocchie era già assicurata dalla legge civile ed ecclesiastica del 1886, la Chiesa evangelica aveva fino allora mantenuto le caratteristiche del diritto privato. Si è trattato dunque di un significativo riconoscimento del pluralismo religioso nel Cantone, che permise tra l’altro alla Chiesa riformata di offrire l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, servizi di cappellania nelle carceri e di avere spazi nei media pubblici. L’anno seguente, il 30 ottobre 1976, fu fondata la Chiesa evangelica riformata nel Canton Ticino (CERT), con tre Comunità regionali: quella di Bellinzona e dintorni, di Locarno e dintorni e del Sottoceneri. Il tutto sfocerà nella Legge sulla Chiesa evangelica riformata del 14 aprile 1997, che precisa, all’art. 1, che «la Chiesa evangelica riformata nel Cantone Ticino è una corporazione di diritto pubblico nei limiti stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi» e che «la personalità giuridica di diritto pubblico è riconosciuta alla Chiesa cantonale ed alle Comunità regionali».
La creazione di una Chiesa cantonale ha accresciuto la volontà di superare le divisioni tra differenti gruppi linguistici, ha rafforzato la coesione tra le Comunità e ha spinto gli evangelici riformati ad aprirsi, con rinnovata consapevolezza, alla collaborazione ecumenica.
Secondo dati ufficiosi, i fedeli della CERT rappresenterebbero attualmente circa il 4 per cento della popolazione cantonale.
Oggi i festeggiamenti
I 50 anni dell’ingresso della CERT nella Costituzione vengono ricordati domani nella chiesa evangelica di Lugano durante la sessione primaverile del Sinodo. Tra gli ospiti, la pastora Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera, e il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi; intervengono il presidente del Consiglio sinodale della CERT, pastore Stefano D’Archino, e lo storico Rodolfo Huber, membro dello stesso Consiglio.