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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 novembre 2025)
  • Il Papa: l’unica risposta alle migrazioni è la solidarietà

    «Quanti poveri oggi sono calpestati! Quanti piccoli vengono sterminati!». A cinque anni dalla visita a Lampedusa (8 luglio 2013), primo viaggio in assoluto del suo pontificato, Papa Francesco ha celebrato messa a San Pietro con 200 fra rifugiati sopravvissuti al viaggio verso l’Europa, esponenti dei loro soccorritori nel Mediterraneo – al quale ha espresso «gratitudine» quali odierno esempio del Buon Samaritano – e rappresentanti delle organizzazioni che ora li assistono, sottolineando che le risposte all’appello che fece allora «anche se generose, non sono state sufficienti, e ci troviamo oggi a piangere migliaia di morti». 

    Migranti vittime della cultura scarto

    In apertura dell’omelia il Santo Padre attinge alla parola del giorno del profeta Amos: “Voi che calpestate il povero e sterminate gli umili […]. Ecco, verranno giorni in cui manderò la fame nel paese; [...] fame di ascoltare le parole del Signore”. Un monito di “bruciante attualità”, secondo Francesco che ricorda le vittime di quella cultura dello scarto, annoverando tra di esse  i migranti e i rifugiati “che continuano a bussare alle porte delle Nazioni che godono di maggiore benessere”.

    Il richiamo all’umana responsabilità

    Il Pontefice ritorna poi alla giornata di cinque anni fa a Lampedusa e all’interrogativo che interpella l’umana responsabilità: “Dov’è il tuo fratello? La voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio”. Riferendosi al vangelo di Matteo il Papa lancia anche un forte richiamo alla responsabilità personale di ogni singolo individuo: “Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle. Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere”. Nel vangelo di oggi Matteo ricorda chiaramente il rimprovero di Gesù ai farisei. È un’accusa diretta, dice il Santo Padre, “verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole sporcarsi le mani”, una tentazione “ben presente anche nei nostri giorni”.

    Per Jorge Mario Bergoglio, oggi invece «l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della misericordia» – pur con «un’equa divisione delle responsabilità» e una «gestione oculata» del fenomeno – e non la «chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti».

    Appello alla comunità internazionale

    Il Papa rivolge un pensiero particolare ai governanti della terra:

    Seguiamo con attenzione il lavoro della comunità internazionale per rispondere alle sfide poste dalle migrazioni contemporanee, armonizzando sapientemente solidarietà e sussidiarietà e identificando risorse e responsabilità.

    Superare tutte le inquietudini

    Il Papa ha concluso l’omelia con un doppio messaggio di ringraziamento che ha voluto pronunciare in spagnolo: «Volevo celebrare il quinto anniversario della mia visita a Lampedusa con voi, che rappresentate i soccorritori e coloro che vengono salvati nel Mar Mediterrane o. Ai primi – ha detto – voglio esprimere la mia gratitudine per incarnare al giorno d’oggi la parabola del Buon Samaritano, che si fermò a salvare la vita del povero uomo rapinato dai banditi senza chiedere chi era, da dove veniva, i le ragioni del viaggio o i documenti… semplicemente decise di farsene carico e salvarli la vita. «Alle persone salvate – ha proseguito – desidero ribadire la mia solidarietà e il mio incoraggiamento, perché conosco bene le tragedie di coloro che scappano. Vi chiedo di continuare ad essere testimoni di speranza in un mondo che è sempre più preoccupato del proprio presente, con molta poca visione del futuro e riluttanza a condividere, e con il vostro rispetto per la cultura e le leggi del paese che vi accoglie elaborare insieme il cammino di integrazione».

    «Chiedo allo Spirito Santo di illuminare la nostra mente e di infiammare il nostro cuore per superare tutte le paure e le inquietudini e trasformarci in docili strumenti dell’amore misericordioso del Padre, pronti a dare la nostra vita per i fratelli e le sorelle, così come ha fatto il Signore Gesù Cristo per ciascuno di noi», ha concluso il Papa. Durante le preghiere dei fedeli, l’assemblea ha tra l’altro invocato – in italiano, inglese, spagnolo, arabo – la benedizione per i soccorritori nel Mar Mediterraneo e il rispetto per la vita umana, la protezione di chi è vittime di una cultura dello scarto, e la benedizione per «le persone salvate in questi ultimi affinché possano essere benvenuti con amore da tutti come un dono ricevuto da Dio».

    Agenzie/red

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