di Chiara Gerosa
Siamo ormai all’ultima tappa: dall’Ile-Saint-Pierre riprendiamo il nostro percorso, e ci immettiamo su una strada sabbiosa fino ad Erlach. Passato il villaggio ci incamminiamo, attraverso le Grosses Moos (un altopiano di molassa) verso il terzo lago, quello di Morat. La cittadina merita sicuramente una fermata, così come la merita Münchenwiler con il suo imponente castello anch’esso trasformato in hotel. La storia si ripete; si partì con una chiesa, ma il seguito non differisce molto da quella della Presqu’île: un priorato venne eretto nel 1081, poi diventato proprietà dello Stato del Canton Berna nel 1528. Il complesso viene trasformato in castello pochi anni dopo e diventerà molto più tardi un hotel.
La prossima tappa cluniacense è quella dell’abbazia di Payerne, che raggiungiamo passando dalla bella Avenches celebre anche per il suo anfiteatro romano. Quella di Payerne è la più grande chiesa romanica della Svizzera. L’abbazia è stata edificata nell’XI secolo mentre la prima comunità religiosa fu fondata dalla famiglia reale di Borgogna verso il 950. Con l’invasione dei Bernesi nel 1536, gli edifici del convento divennero proprietà cantonale, mentre il canton Friburgo accolse i monaci rimasti fedeli alla fede cattolica. La chiesa abbaziale, sconsacrata, deve la sua conservazione ai diversi utilizzi secolari a cui fu adibita (deposito, caserma, palestra, prigione). Non è la prima volta che visitiamo l’abbazia, ma rimaniamo ancora una volta incantati da esterni ed interni. Fra l’altro, 5 anni fa si sono conclusi degli importanti restauri durati un decennio, che permettono oggi anche una visita interattiva e sensoriale molto originale…preparatevi a vivere come i monaci di allora. Il percorso è ancora lungo fino alle prossime due grosse tappe, ma permette di scoprire un territorio molto interessante fra i Cantoni di Friburgo e Berna.
La prossima tappa, che si trova anche sul cammino di Santiago (che si percorre in senso inverso) è Rueggisberg, sconosciuta ai più. Qui, nell’Oberland bernese, si trovano le rovine della chiesa conventuale romanica dei cluniacensi, che ancora una volta narrano una storia pressoché millenaria. Il monastero è noto per essere il primo insediamento del priorato cluniacense francese nella Svizzera tedesca. Qui vi era un’imponente basilica romanica come testimoniano le attuali arcate ancora esistenti. Poi tra saccheggi e incendi, il complesso andò in rovina, ma resta un’esperienza sorprendente visitare quelle rovine in mezzo al verde. L’ultima parte di cammino è piuttosto impegnativa perché ha un «carattere più alpino» con alcune salite impegnative. Anche se decidete di non camminare lungo questo tratto, non tralasciate di visitare la tappa finale: la chiesa di Rougemont, sull’altopiano del Pays d’Enhaut, tra verde e chalet di montagna. Entrare nella chiesa è commovente, forse perché si tratta della fine del cammino cluniacense, forse per i colori caldi che accolgono o forse perché in questo viaggio non è stato raro immaginare la vita monastica di quei luoghi e impregnarsene un po’. La chiesa che presenta decori ripresi da Romainmôtier in un caldo ocra è usata per il culto protestante ma anche per concerti e altre attività culturali. Uno spazio che riassume, potremmo dire, i colori, ma anche le atmosfere vissute lungo questo Cammino ricco di Bellezza, segno dell’Altro che sempre ci interroga e richiama.