La British Library, come parte di un’iniziativa
per digitalizzare manoscritti antichi delle grandi religioni mondiali,
ha reso disponibile online la più antica copia completa esistente del
Nuovo Testamento.
Scritto a mano più di 1.600 anni fa, alla metà del IV secolo, il Codex Sinaiticus contiene la Bibbia cristiana in greco. Il Nuovo Testamento appare nella lingua vernacolare originale, un dialetto greco chiamato koiné. Il libro, che in origine aveva più di 1.460 pagine, contiene anche il testo dell’Antico Testamento noto come Septuaginta.
Il testo deve il suo nome (e la sua esistenza) al luogo in cui è stato conservato per secoli, il Monastero di Santa Caterina, ai piedi del Monte Sinai, in Egitto. Solo metà del testo originale è sopravvissuta, e alcune parti sono ora ospitate in quattro istituzioni – il Monastero di Santa Caterina, la British Library, la Biblioteca Universitaria di Lipsia (Germania) e la Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo.
Il Codex Sinaiticus è uno dei due più antichi testi sacri
che contengono il canone completo della Bibbia cristiana in un unico
volume. Prima della sua realizzazione, gli scribi antichi hanno creato
libri separati che contenevano solo alcuni testi. Secondo la British Library, il Codex
è il risultato del tentativo dell’imperatore Costantino il Grande di
definire quali testi potessero essere letti come Sacra Scrittura.La British Library ha acquistato la sua sezione di 694 pagine del Codex nel 1933 da un’Unione Sovietica a corto di liquidi.
Oltre al Codex sono stati digitalizzati anche altri testi sacri di cristianesimo, buddismo, induismo, islam, ebraismo, sikhismo, fede Baha’i, giainismo e zoroastrismo, a cui si può accedere come parte del progetto Discovering Sacred Texts sul sito web della British Library.