di Gino Driussi
“Dove, ora, per l’unità visibile?” è stato il tema della VI Conferenza mondiale della Commissione “Fede e Costituzione”, l’organismo teologico del Consiglio ecumenico delle Chiese, tenutasi dal 24 al 28 ottobre a Wadi El Natrun, vicino ad Alessandria, in Egitto, su invito della Chiesa copta ortodossa. Fulcro dell’evento, la commemorazione del 1700.o anniversario del primo Concilio ecumenico della cristianità, quello del 325 a Nicea, oggi Iznik, in Turchia.
Alla Conferenza, che si tiene a intervalli irregolari in momenti chiave della storia del movimento ecumenico (quella precedente aveva avuto luogo nel 1993 a Santiago de Compostela), hanno preso parte circa 400 partecipanti giunti dal mondo intero, quindi ben più dei 120 membri della Commissione. Tra questi ultimi, vi sono anche 12 cattolici, poiché la Chiesa di Roma, pur non appartenendo al CEC, fa parte a pieno titolo di “Fede e Costituzione” dal 1968.
Impegno rinnovato
La Conferenza di Wadi El Natrun – uno dei più importanti eventi ecumenici di quest’anno – ha permesso di affrontare sia nelle plenarie sia in piccoli gruppi il tema dell’unità visibile attraverso varie prospettive, come pure di fare una panoramica sulla situazione attuale dell’ecumenismo. Al termine dei lavori, la Conferenza ha pubblicato un messaggio destinato a tutti i cristiani, nel quale si afferma: “Aspiriamo a vivere l’unità per la quale Cristo ha pregato, affinché il mondo possa credere e sperimentare i doni di guarigione, giustizia e vita in abbondanza (…). In questo cammino che è in corso, questa è la nostra chiamata: rinnovare il nostro impegno per la fede, la missione e l'unità in Cristo Gesù; ascoltare insieme lo Spirito Santo; camminare insieme come pellegrini, come figli del Padre, imparando insieme a vivere la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore e nella pratica della giustizia, della riconciliazione e dell'unità".
Le parole del cardinale Koch
Tra i vari oratori intervenuti, c’è stato anche il cardinale svizzero Kurt Koch, prefetto del Dicastero vaticano per la promozione dell’unità dei cristiani, il quale, dopo aver portato il saluto e la benedizione di papa Leone XIV, ha ricordato l’importanza ecumenica che riveste il Concilio di Nicea, che si è tenuto in un’epoca in cui la cristianità non era stata ancora dilaniata delle divisioni che si susseguirono nei secoli successivi. “Il suo credo – ha proseguito il cardinale – è dunque comune a tutte le Chiese e comunità ecclesiali cristiane e le unisce ancora oggi”. E poi Koch ha citato queste parole del Papa (che si recherà a Nicea il 28 novembre): “Nicea non è soltanto una commemorazione del passato, ma anche un segno vivo e luminoso per ritrovare l’unità della Chiesa”.
Ricordiamo che le radici del movimento “Fede e Costituzione” risalgono al 1910, quando negli Stati Uniti ebbe luogo una conferenza mondiale «per l’esame delle questioni riguardanti la fede e la costituzione», vale a dire le questioni di dottrina (fede) e le questioni legate alla struttura del ministero della Chiesa (costituzione). Ha tenuto la sua prima Conferenza mondiale nel 1927 a Losanna. Nel 1948 ad Amsterdam, fu proprio la confluenza tra “Fede e Costituzione” e l’altro movimento ecumenico esistente, “Vita e Lavoro”, sorto negli anni Venti del secolo scorso, a creare il Consiglio ecumenico delle Chiese.