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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (24 maggio 2025)
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  • Lorenzo Cantoni

    La comunicazione religiosa da Gesù al tempo dell’AI: un viaggio attraverso i secoli con il prof. Lorenzo Cantoni

    Martedì 21 maggio, in Curia vescovile a Lugano, nel solco della 58.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali – che universalmente viene celebrata il 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti - c’è stato un momento di incontro e condivisione con gli operatori dei media ticinesi, dal titolo: “Comunicazione digitale, IA e Chiesa. Un’interazione difficile?”.

    L’Amministratore apostolico, mons. Alain De Raemy, ha introdotto l’incontro ricordando le domande che Papa Francesco ha scritto nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dal titolo “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. Scrive il Pontefice: “Alcune domande sorgono dunque spontanee: come tutelare la professionalità e la dignità dei lavoratori nel campo della comunicazione e della informazione, insieme a quella degli utenti in tutto il mondo? [...] Come far sì che le aziende che sviluppano piattaforme digitali si assumano le proprie responsabilità rispetto a ciò che diffondono e da cui traggono profitto, analogamente a quanto avviene per gli editori dei media tradizionali? Come rendere più trasparenti i criteri alla base degli algoritmi di indicizzazione e de-indicizzazione e dei motori di ricerca, capaci di esaltare o cancellare persone e opinioni, storie e culture? [...] Come evitare che le fonti si riducano a una sola, a un pensiero unico elaborato algoritmicamente? E come invece promuovere un ambiente adatto a preservare il pluralismo e a rappresentare la complessità della realtà? [...]”.

    L’incontro è proseguito con l’intervento del prof. Lorenzo Cantoni, ordinario della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell'Università della Svizzera italiana e Direttore dell'Istituto di Tecnologie Digitali per la Comunicazione. “Francesco ha posto 11 domande senza dare risposte - ha detto Cantoni - forse anche per non cadere in un inutile approccio moralistico. È interessante notare, tuttavia, come il Papa parli di “intelligenze” artificiali, al plurale, ben sapendo che quella generativa, di cui molto si discute - vedi il fenomeno di ChatGPT -  è soltanto una delle tante modalità possibili. Certamente, il pontefice vede il rischio di una società algoritmica, nella quale siano creati contenuti funzionali a trattenere le persone il più possibile davanti al computer”.

    L'avvento della stampa e la diffusione del messaggio cristiano

    Nel corso della storia – ha ricordato il prof. Cantoni in un interessante excursus storico - la comunicazione religiosa ha subito notevoli cambiamenti, adattandosi alle tecnologie e ai mezzi di diffusione disponibili. All'epoca di Gesù, c’era la scrittura a mano e gli Apostoli scrivevano di Lui. Nel Medioevo la comunicazione religiosa si basava principalmente sulla sacra scrittura e sulla tradizione orale. Il monachesimo benedettino svolgeva un ruolo cruciale nella trasmissione delle conoscenze e della cultura attraverso il lavoro dei copisti, che trascrivevano testi a mano. Con l'invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg nel XV secolo, la comunicazione religiosa ebbe una svolta significativa. La prima opera stampata fu una Bibbia, seguita da molti altri testi religiosi. La Chiesa cattolica si adattò molto bene alla stampa e grazie alla casa editrice vaticana diffuse con efficacia il messaggio cristiano nel mondo. Nel XX secolo, la radio e la televisione divennero i principali mezzi di comunicazione di massa. Papa Pio XI fu pioniere lanciando Radio Vaticana nel 1931 che portò, grazie alle onde corte, la voce del Pontefice in tutto il mondo. La televisione rappresentò una sfida maggiore perché richiedeva investimenti considerevoli e i canali disponibili erano di natura nazionale (inizialmente non esistevano i satelliti).

    L'era digitale e la sfida dell'intelligenza artificiale

    Se a livello dell’esperienza cinematografica e televisiva non possiamo annoverare significative esperienze da parte della Chiesa cattolica – prosegue il prof. Cantoni - con internet, grazie alla bassa soglia di accesso di questa tecnologia, la Chiesa compie un passo avanti di grande importanza. Il Vaticano ha lanciato il suo sito web nel 1997 ed è stato subito un grande successo perché tutti potevano accedere direttamente a molti contenuti prima riservati a pochi. La comunicazione digitale ha permesso quindi di raggiungere un vasto pubblico e di creare comunità online. Un esempio significativo è la Giornata Mondiale della Gioventù, un evento che difficilmente avrebbe avuto lo stesso impatto senza l'uso delle tecnologie digitali. Inoltre, la comunicazione digitale ha attenuato l'effetto della "spirale del silenzio", permettendo a chi si sente in minoranza di trovare online altre persona che condividono gli stessi valori.

    La Chiesa ha iniziato da tempo a riflettere sull'intelligenza artificiale. Questo tema - ha ricordato il prof. Cantoni -  ricorre già nei documenti di papa Wojtyla 8 volte, una in quelli di Benedetto XVI. Francesco se n’è sicuramente occupato molto di più, evidenziandone diversi aspetti. Papa Francesco ha sottolineato che, nonostante il successo del termine "intelligenza artificiale", non si tratta di vera intelligenza. L'intelligenza artificiale generativa può produrre strutture sintattiche corrette, ma manca di una vera relazione con la realtà e con l'altro. La comunicazione ha senso solo quando mette in contatto le persone e racconta il mondo in modo significativo.

    Leggi anche: Il Papa: l’uomo non diventi cibo per algoritmi, la comunicazione resti pienamente umana

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