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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
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  • La fiducia della gente, il dialogo coi preti, le novità

    La fiducia della gente, il dialogo coi preti, le novità

    di Silvia Guggiari

    Era l’ottobre del 2022 quando, a seguito delle dimissioni di mons. Valerio Lazzeri da vescovo di Lugano, venne nominato Amministratore apostolico Alain de Raemy. Dopo due anni il vescovo Alain è ancora a capo della diocesi; con lui proviamo a fare un bilancio di questo tempo, delle fatiche ma anche delle bellezze, dei cantieri aperti e delle prospettive future.

    Mons. Alain de Raemy, come sta?

    Sto bene, e con tanta voglia di fare tutto ancora molto meglio, grazie al contributo insostituibile del Clero, in particolare, ma anche dei molti laici che esprimono tante attese quanto fiducia. Tuttavia, mi accorgo che devo curare di più anche i tempi di silenzio, di preghiera e di riposo per l’equilibrio personale. Non aiuta nessuno un Amministratore apostolico stanco!

    Lei è un vescovo apprezzato per la sua capillare presenza tra la gente. Come si sente accolto nelle parrocchie che visita, nei partecipatissimi pellegrinaggi diocesani o anche nei momenti difficili come quello vissuto dalla gente della Vallemaggia?

    Da parte della gente che trovo in parrocchia o nelle diverse occasioni che mi offre il mio ministero itinerante sento molta fiducia, tanta confidenza e grande volontà di camminare insieme per sperimentare di più la gioia e la speranza della fede. Scopro ogni giorno quanto la figura del vescovo, la sua presenza, sia davvero espressione della vicinanza di tutta la comunità diocesana a qualunque situazione, di gioia o di prova.

    Un mese fa si è svolta l’assemblea del clero: che momento è stato per lei e per i presbiteri presenti?

    L’assemblea è stato un incontro bellissimo di grande condivisione, di reciproco incoraggiamento, di apertura alle sfide dell’attualità nel mondo e nella Chiesa. Pregare insieme, e farlo anche proprio in mezzo a discussioni e confronti, ma anche godersi una bella serata allegra e fraterna, ospiti di una fattoria agricola: cambia tutto! Al punto che mai mi sono sentito così vicino proprio a chi non era presente… anche lo Spirito Santo opera invisibilmente nel silenzio!

    Il Sinodo, le reti, la pastorale sanitaria, i ministeri, sono tanti i cantieri aperti in diocesi…

    Quelli che cita sono tutti cantieri aperti che ho voluto curare con più continuità grazie anche alla nomina di un mio delegato per la pastorale, proprio perché niente venga trascurato, perché ogni proposta trasmessa all’Amministratore apostolico venga accolta, presa sul serio e accompagnata, permettendo a tutti di andare avanti con i loro sogni di adeguamento, rinnovamento e di più grande fedeltà al Vangelo!

    Si riferisce a don Massimo Gaia, nominato delegato vescovile per la pastorale. Qual è il suo ruolo esattamente?

    Come già detto sopra, non sostituisce nessuno, ma sarà di aiuto presso tutte le realtà della pastorale, favorendo la comunicazione con l’Amministratore apostolico e fra tutti. Insieme a don Massimo abbiamo ideato un nuovo canale di comunicazione: una Newsletter diocesana, trasmessa con cadenza mensile e rivolta inizialmente ai Presbiteri e ai Diaconi. Un reminder per chi ha degli impegni in Diocesi e una possibilità di comunicazione e di coordinazione più curata e più costante.

    In Curia ci sono stati avvicendamenti nell’economato. Può riassumerci questi cambiamenti?

    Per la gestione finanziaria, abbiamo assunto (al 30%) un nuovo economo con un importante profilo aziendale internazionale e locale, affiancato da una nuova vice-Economa (al 100%) che ha accumulato grande esperienza di responsabilità amministrativa e nella gestione delle risorse umane. Con loro, inoltre, stiamo portando avanti un’importante riorganizzazione progressiva del lavoro in Curia.

    Dalla missione ad Haiti torneranno a breve i coniugi Agustoni. Qual è il futuro di questa iniziativa della diocesi?

    La situazione ad Haiti è drammatica. Noi non vogliamo abbandonare il nostro progetto di supporto alle scuole della Diocesi di Anse-à-Veau e Miragoâne; stiamo valutando il modo giusto di aiuto e di presenza collaborativa nella situazione attuale.

    Giovedì 10 ottobre ci sarà la conferenza stampa di presentazione del gruppo di sostegno di aiuto alle vittime di abusi. Un altro passo per rispondere a questa grave urgenza. Cosa si sente di dire in merito, anche in un momento così delicato?

    Sono davvero contento che sia nato questo gruppo indipendente e competente! Sarà preziosissimo per tutte le persone vittime, e in particolare per coloro che non hanno ancora avuto modo di esprimersi confidenzialmente, e non sanno cosa fare e come farlo. Avranno a disposizione non solo persone preparate, ma anche l’aiuto e la comprensione più profonda di chi ha vissuto esperienze simili.

    Ha in programma di fare altri incontri nei vicariati sul tema degli abusi o altre iniziative di sensibilizzazione?

    Sì. Appena le circostanze lo renderanno possibile, in particolare dopo gli ultimi fatti di cronaca che tutti conosciamo, voglio tornare nei Vicariati per proseguire il dialogo cominciato dopo la pubblicazione del primo rapporto chiesto dai vescovi svizzeri all’Università di Zurigo. Inoltre, non dimentichiamo che a settembre è cominciato il nuovo corso di prevenzione in collaborazione con l’ASPI, che coinvolge tutti i Presbiteri e i Diaconi della Diocesi.

    Può dirci qualcosa in merito al suo futuro e quindi a quello della diocesi di Lugano?

    L’unica cosa che so è di voler servire la Chiesa diocesana in Ticino, come e fino a quando il Santo Padre lo vorrà. Altro non spetta a me deciderlo.

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