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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (8 novembre 2025)
  • I commenti al Vangelo di domenica 9 novembre

    Calendario romano

    Un tempio, un cuore di padre

    di Dante Balbo

    Mio nonno era un uomo paziente, attento a farmi studiare, ma anche giocoso, mi portava sul suo motorino a trovare un meccanico che si chiamava Dante come me. Aveva imparato il braille solo per correggere i miei compiti. Questa è la cosa più vicina ad una radice che porto con me, per riconoscere che vengo da generazioni lontane, che la mia vita non è una meteora nell’universo, ma l’esito di un filo tessuto nel tempo, un altro passaggio nella trama intrecciata ad altre in un arazzo straordinario, che si perde nei secoli.

    Questo è il senso della solennità che celebriamo, in cui si ricorda la dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano, che affonda le sue origini nell’epoca apostolica e fu eretta dall’imperatore Costantino. È importante, perché sede del vescovo di Roma, che fin da allora era un punto di riferimento imprescindibile per tutta la chiesa.

    Noi lo chiamiamo Santo Padre, ma la sua paternità è solo un segno, il riflesso di un dono ben più grande: un Dio che è Padre di tutti e ci ama di un amore senza limiti. Una chiesa in muratura è un tempio, dove la divinità si manifesta. Gesù ci mostra che anch’essa è solo un segno, perché è lui il tempio e se sarà distrutto, in tre giorni sarà ricostruito.

    Il nostro corpo, la nostra anima, la nostra vita, saranno luogo della presenza divina, se accoglieremo il Tempio Santo di Dio che è Gesù il salvatore! Ricordare la dedicazione di una chiesa significa immergersi in questa corrente infinita di generazioni che hanno consacrato la loro esistenza, spalancato il loro cuore alla paternità, riempito le loro mani della carità concreta che costruisce, mattone per mattone il Regno di Dio. In ogni tempio il Padre ci aspetta, il suo cuore batte ad ogni istante il tempo del ritorno dei suoi figli, per dare loro l’anello con il sigillo dello Spirito, così che a loro volta diventino padri di molti, Chiesa dedicata, consacrata, presenza dell’unico Padre.

    Calendario ambrosiano

    “Giudicati da Cristo povero e bisognoso”

    di don Giuseppe Grampa

    Questa ultima domenica dell’anno, secondo il calendario della Chiesa ambrosiana, ci invita a guardare a Cristo, re e giudice della storia umana. Possiamo ritenerci davvero fortunati, grazie all’Evangelista Matteo. Siamo infatti nella condizione di studenti che conoscono in anticipo il contenuto della prova d’esame. Di questo esame, illustrato nella pagina odierna, voglio sottolineare anzitutto l’estrema concretezza. In quell’ultimo giorno non conteranno tanto le nostre intenzioni quanto piuttosto i fatti, le nostre opere: pane per l’affamato, acqua per l’assetato, vestito per chi è nudo, ospitalità per il forestiero, tempo e premura per stare con il malato e il carcerato. Difficile dire la carità con maggiore concretezza. E quanti l’avranno praticata scopriranno d’aver servito e amato Gesù stesso nel fratello in stato di bisogno: «Lo avete fatto a me». Ma la pagina del giudizio finale riserva una sorpresa ancora più grande per quanti, uomini e donne, hanno servito i loro fratelli nel bisogno persuasi di compiere semplicemente il loro dovere, di promuovere la solidarietà, d’esser, come si dice, dei filantropi cioè amici dell’uomo soprattutto al servizio dei più poveri. Forse molti di loro non hanno mai conosciuto il nome di Gesù, forse si dichiaravano non credenti, addirittura atei ed esclusivamente dedicati alla causa della giustizia sociale, alla solidarietà e al bene dei più poveri. Ebbene questi uomini e donne l’ultimo giorno scopriranno con stupore d’aver amato e servito quel Dio che non conoscevano, che forse rifiutavano e che invece era come nascosto nei volti dei più poveri. È bello che il cammino di un anno dentro la comunità cristiana, cammino illuminato ogni domenica dalla luce della Parola, si concluda nel segno di Cristo, non il giudice michelangiolesco che con un gesto tremendo separa buoni da cattivi, beati da dannati, ma nel segno di Cristo povero, il povero Cristo che manca di pane, di acqua, di vestiti, di casa, di salute, di libertà: è davanti a Lui, Lui solo che saremo giudicati.

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