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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (5 febbraio 2025)
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  • La lezione di Taylor: il senso (delle cose) è fatto per essere narrato

    La lezione di Taylor: il senso (delle cose) è fatto per essere narrato

    Fare scuola. Ma come? Da qualche decennio la ricerca, la scoperta e il riconoscimento del senso del conoscere e dell’imparare sono, giustamente, al centro dell’attenzione di molti pedagogisti e insegnanti. L’insegnamento non può più essere ridotto a una trasmissione di nozioni, informazioni, tecniche e neppure di valori astratti o generici o a una didattica per competenze. Difficile negare che, se non si legano i contenuti particolari dell’esperienza a un senso che tenda a una comprensione totale della realtà, anche il fare scuola rimanga insoddisfacente. Gli allievi si pongono continuamente domande, anche quando rimangono implicite o sovrastate da atteggiamenti che sembrano negarle. Anche gli insegnanti si interrogano, oggi più che in passato, su come fare. Non sono tanto i contenuti a essere messi sotto la lente (dopo l’ubriacatura “negazionista” di qualche anno fa), ma piuttosto il metodo di insegnamento e concretamente l’approccio didattico da adottare nella lezione perché ne esca qualcosa di buono.

    Si apre la strada per i “cercatori di senso”, come li chiama il filosofo canadese Charles Taylor, che nel confronto e nel dialogo imparano gli uni dagli altri e danno voce a un interesse reciproco. Nella narrazione (intesa come modalità di condivisione di esperienza e di cultura) i “cercatori di senso” si incontrano mettendo in comune non solo ciò che si deve fare, ma anche ciò che è bene amare (per dirla ancora con le parole di Taylor). Il discorso, ogni discorso può svilupparsi come ricerca narrativa nella forma del racconto; del racconto che anzitutto l’insegnante condivide con gli allievi e poi continua nei racconti degli stessi allievi. In questa prospettiva narrativa tutti i contenuti possono essere comunicati nella forma della narrazione (anche quelli che fanno capo al cosiddetto pensiero paradigmatico, logico-scientifico). Infatti, ogni comunicazione può essere attuata in forma narrativa, attraverso il racconto che comprende il “che cosa” (l’argomento) e il “come” (il modo di trattarlo) e apre la strada per un’infinità di altri racconti, dispiegando nuove possibili connessioni tra fatti e significati.

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