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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (3 novembre 2025)
  • Lugano, Facoltà di Teologia: cronaca e foto dell'avvio dell'anno accademico

    «Apertura a temi di attualità globale e al territorio»: è questo il doppio simbolico mandato che dal 1992 in poi la Facoltà di teologia di Lugano porta avanti, negli scorsi 12 anni sotto la guida del Rettore René Roux. Dopo una partecipata Santa Messa – in occasione dell’avvio dell’anno accademico – nella Basilica universitaria del Sacro Cuore a Lugano, presieduta da mons. Alain de Raemy, amministratore apostolico della Diocesi di Lugano nonché Gran Cancelliere della Facoltà, lo scorso giovedì 30 ottobre, Roux ha ricordato, nei saluti iniziali, come, oltre a essere giunto al suo ultimo anno di Rettorato, la comunità accademica della FTL sia in crescita, non solo per il bene degli studenti, del clima di studio e dello sviluppo della riflessione teologica, ma anche «per il bene del territorio».

    A sua volta, mons. de Raemy ha espresso il suo ringraziamento a tutti coloro che si mettono al servizio di questa bella realtà, nel solco del progetto voluto da mons. Eugenio Corecco, vescovo di Lugano, che ora sta conoscendo un consolidamento ulteriore nell’affiliazione, concordata nel 2021, con l’Università della Svizzera italiana (USI), una affiliazione che «pone grandi sfide ma è grande anche un grande potenziale».

    Una percezione confermata da Giovanni Zavaritt, segretario generale dell’USI, intervenuto nei saluti iniziali per ricordare alcuni passaggi più specifici dell’accordo di affiliazione e particolarmente «il rafforzamento del polo universitario» a cui sia USI che Facoltà si impegnano reciprocamente: «Significa che USI e FTL assieme hanno il potenziale di arricchire questa università e il suo territorio, la FTL particolarmente grazie al “metodo” cristiano: affermare il dialogo, l’ascolto, l’interazione, con il comune obiettivo di farsi promotrice di un messaggio di pace nel difficile contesto odierno».

    Incrementare i progetti di ricerca in prospettiva interdisciplinare in dialogo con le varie Facoltà USI; implementare l’offerta formativa; aumentare la presenza sul territorio con moduli e corsi per la formazione continua e con incontri aperti al pubblico su temi anche di attualità: questi secondo il Rettore Roux, intervenuto una seconda volta per illustrare le principali novità dell’anno accademico 2025/2026, gli obiettivi a corto termine della Facoltà, oggi frequentata da 444 studenti e oltre un centinaio di uditori, in rappresentanza di 56 nazioni.

    Partendo invece dalle parole di Leone XIV recentemente pronunciate durante il Giubileo mondiale delle famiglie a Roma, la dott.ssa Gabriella Gambino, Sotto-Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha quindi arricchito il pomeriggio di festeggiamenti con la lectio magistralis dal titolo: «Il “canone del vero amore: totale, fedele, fecondo”. La questione pastorale del rapporto fede-matrimonio».

    «Il Papa ci ha ricordato come “il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra un uomo e una donna”. Come studiosi, educatori e famiglie non possiamo rimanere indifferenti a queste parole cariche di implicazioni, per altro in un’epoca in cui la Chiesa si interroga sul fallimento di tanti matrimoni, il numero ridotto dei riti religiosi, la mancanza di vocazioni e la difficoltà oggettiva di trasmettere la fede ai figli». Siamo, secondo la prof.ssa, soprattutto portati a porci un interrogativo centrale: «Come è possibile senza l’aiuto della fede comprendere e accogliere il bene insito nel sacramento del matrimonio, costituito da fedeltà e amore per sempre?».

    Secondo la studiosa, la fede, infatti, non è solo «atteggiamento soggettivo, ma è anche il requisito sufficiente per celebrare un autentico matrimonio. Bisognerebbe rimettere la fede al centro dell’accompagnamento al matrimonio delle coppie e così fare non solo prevenzione verso possibili matrimoni nulli, ma prendere sul serio il desiderio di felicità degli sposi e la vocazione battesimale dei battezzati», poiché «in gioco non c’è solo la validità del vincolo, ma la salus animarum di generazioni intere di sposi, e il futuro della Chiesa, che dovrebbe contribuire all’edificazione la famiglia».

    Gambino cita diversi documenti: dal Concilio a quelli del Dicastero Laici, nonché il magistero di Benedetto XVI e di Francesco, con utili suggerimenti per una pastorale rinnovata, anche nella preparazione al matrimonio. «La fede, vissuta, praticata dai coniugi rende fruttuosa la loro unione; li aiuta  a portare a compimento il loro progetto e a vivere un amore coniugale “pieno di Cristo” (Gaudium et Spes). Così anche nell’Amoris laetitia: in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, perché il matrimonio non è solo uno stato di vita e una scelta della persona, ma è una risposta a una chiamata vocazionale di Dio, vocazione all’amore. La famiglia cristiana è lo spazio umano dell’incontro con Cristo, comunità salvata e salvante, che dovrebbe essere evangelizzata e evangelizzante. Ma come può la famiglia evangelizzare, essere consapevole della propria identità e missione, se la fede viene considerata irrilevante nel momento sorgivo?», si chiede Gambino.

    Il matrimonio cristiano è invece una «unità di natura e grazia nella pienezza che porta Cristo, che prende tra le mani la natura e la trasforma nei suoi strati più profondi, aspetto creaturale amore umano, eros, ma anche amore divino, agape, che radica il matrimonio in una fedeltà che dona e si dona. In Cristo e solo in lui la creazione giunge a pienezza e i coniugi possono realizzare la loro pienezza».

    «Di fronte all’esperienza di tanti matrimoni in crisi, bisogna agire non tanto per difende l’istituzione ma per riscoprire il cuore di un mistero, che diventa segno della presenza di Dio nella storia. Troppi cristiani che oggi si sposano non si sentono interpellati dalla fede. Dobbiamo invece mettere gli sposi nella condizione di celebrare sacramenti non solo validi ma fruttuosi. Ciò significa facilitare la grazia, accompagnare. Il matrimonio non è realtà accidentale, ma una vocazione e come tale ha bisogno di aprirsi al rapporto con Dio», conclude Gambino.

    Al termine dell’intervento, il giornalista Claudio Mésoniat ha brevemente presentato l’Associazione sostenitori FTL, che ha tra i suoi scopi quello di sostenere gli studenti tramite borse di studio mirate.

    (LQ)

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