Tutto è iniziato da una lettera, diventata lunedì 20 ottobre un incontro. Papa Leone XIV ha ricevuto nel Palazzo Apostolico sei rappresentanti di ECA Global (Ending Clergy Abuse), rete internazionale per i diritti umani che riunisce vittime e attivisti provenienti da oltre trenta Paesi. È il primo incontro del nuovo Pontefice con un gruppo organizzato di sopravvissuti agli abusi da parte di membri del clero: un gesto che, secondo la stessa ECA, segna “un passo storico e pieno di speranza verso una maggiore cooperazione”.
A partecipare all’udienza, durata circa un’ora, sono stati Gemma Hickey (Canada), Timothy Law (USA), Evelyn Korkmaz (Canada, First Nation), Matthias Katsch (Germania), Janet Aguti (Uganda) e Sergio Salinas (Argentina). Tutti accomunati dal desiderio che “gli abusi non si ripetano più” e da un appello per una collaborazione concreta tra la Chiesa e le vittime.
Durante l’incontro, i membri dell’ECA hanno letto una dichiarazione comune e presentato al Papa il progetto “Iniziativa Tolleranza Zero”, che promuove politiche globali coerenti e incentrate sulle vittime. Leone XIV, descritto come “caloroso, umile e dotato di senso dell’umorismo”, ha ascoltato le testimonianze e proposto di avviare un dialogo diretto con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che ha da poco pubblicato il suo secondo rapporto annuale.
“È stata una conversazione profondamente significativa – ha affermato Gemma Hickey –. I sopravvissuti hanno cercato a lungo un posto al tavolo delle trattative, e oggi ci siamo sentiti ascoltati”. Anche Janet Aguti ha parlato di un incontro “privo di rabbia, ma pieno di speranza e responsabilità”. L’obiettivo, ha aggiunto, “non è il confronto, ma la volontà di lavorare insieme per proteggere bambini e adulti vulnerabili in tutto il mondo”.
L’appuntamento è nato da una lettera inviata da ECA al neoeletto Leone XIV, ispirata alle parole di mons. Robert Francis Prevost il giorno dell’elezione del Papa. Nel messaggio, i membri dell’organizzazione si definivano “costruttori di ponti” e invitavano a “sedersi e parlare” in un tempo segnato dalla polarizzazione. Leone XIV ha risposto positivamente, accogliendo la proposta di un incontro “diretto e rispettoso”.
“Crediamo nella dignità di ogni persona e nella responsabilità morale della Chiesa di guidare con trasparenza e compassione”, ha detto ancora Hickey. “La nostra missione è sostenere le vittime e promuovere riforme che proteggano i più deboli, per ricostruire fiducia e integrità in un’istituzione capace di fare grandi cose”.
Dalla Germania, Matthias Katsch ha chiesto al Papa di offrire “speranza”, intesa come giustizia, risarcimento e migliori tutele per le persone vulnerabili. “Non è solo la Chiesa a dover ascoltare, ma l’intera società”, ha dichiarato. Dalla parte canadese, Evelyn Korkmaz, sopravvissuta alle scuole residenziali per nativi, ha ricordato il peso del trauma intergenerazionale e definito l’incontro “un passo verso la verità e la riconciliazione”.
L’organizzazione ha ribadito la necessità di un dialogo continuo, basato su compassione e collaborazione, affinché la sicurezza e la dignità non siano solo difese, ma diventino un modello di riferimento.
A margine dell’udienza, due partecipanti hanno donato al Pontefice i propri libri-testimonianza: il giornalista peruviano Pedro Salinas, autore di “La verdad nos hizo libres”, in cui racconta gli abusi nel movimento Sodalicio in Perù — realtà che Leone XIV conosce da vicino per i suoi anni di missione nel Paese —, e Matthias Katsch, autore di “Damit es aufhört” (“Affinché finisca”), che intreccia la sua storia personale al percorso di denuncia in Germania.
“Non è stato solo il primo incontro con Papa Leone,” ha sottolineato Katsch, “ma il primo in assoluto tra un Papa e un’organizzazione di vittime. È un salto di qualità nel modo in cui la Chiesa affronta la questione degli abusi.”
Un incontro che non chiude le ferite, ma apre una nuova possibilità: un cammino comune di ascolto, giustizia e guarigione, fondato sulla convinzione che la verità non divide, ma libera.
fonte: vaticannews / catt.ch