È accaduto nel pomeriggio del 4 dicembre, quando l’attore e regista toscano è stato ricevuto in udienza privata dal Pontefice. Nel corso dell’incontro, il Papa ha potuto assistere ad alcuni estratti del monologo “Pietro. Un uomo nel vento”, che andrà in onda su Rai 1 il 10 dicembre in prima serata.
Al termine della visione, il commento del Papa è stato immediato e denso di significato: «Che bello, parla di amore». Una frase che riassume lo spirito dell’opera e, insieme, il cuore del dialogo tra i due protagonisti dell’incontro.
Papa Leone XIV e Benigni hanno parlato a lungo di cinema e di grandi storie capaci di attraversare le generazioni. Il Pontefice ha ricordato “La vita è bella”, il film con cui l’attore vinse l’Oscar nel 1999, citandolo tra i suoi quattro film preferiti, insieme a “La vita è meravigliosa” di Frank Capra. Non è mancata la letteratura: Dante, la Divina Commedia e le Confessioni di sant’Agostino sono entrati naturalmente nel dialogo.
«Le cose più importanti della vita non si apprendono e non si insegnano: si incontrano», racconta Benigni nel suo monologo. Così avvenne in Galilea quando «lo sguardo di Simone, figlio di Giovanni, si è imbattuto in quello di Gesù». Da lì nasce la storia del primo Papa, rievocata dall’attore con parole semplici e potenti.
Lo scenario scelto per il racconto è carico di simboli: i Giardini Vaticani, la navata centrale della Basilica di San Pietro, la tomba dell’apostolo e infine la Necropoli vaticana, luogo del martirio. Un percorso fisico e spirituale che accompagna lo spettatore fino alle radici della Chiesa.
«Dopo aver letto il Vangelo si guardano le persone in modo diverso», riflette Benigni. «Si scopre che sono scrigni, depositarie di un valore immenso». Pietro è descritto come «il migliore amico di Gesù», travolto da «un vento irresistibile», il vento dell’amore.
Tre volte Gesù gli chiede: «Simone di Giovanni, mi ami tu?». E tre volte, come un filo che attraversa tutta la sua vita, la risposta risuona: «Signore, tu lo sai che ti amo». Fino all’ultima testimonianza, a Roma, sulla croce capovolta.
«Mi sono innamorato di Pietro», confessa Benigni. E ribalta l’immagine tradizionale dell’apostolo: «Quando incontra Gesù è un ragazzo. Neanche trent’anni. È una storia di ragazzi, questa!». Una storia fatta di slanci e cadute, errori e lacrime, ma anche di sorrisi e di stupore.
«Pietro è proprio come noi», insiste l’attore. «Si arrabbia, sbaglia, piange, ride, si addormenta… E a lui viene affidato il compito più grande: aprire o chiudere le porte del Paradiso».
L’incontro tra Papa Leone XIV e Roberto Benigni non è stato solo un evento culturale, ma una testimonianza viva di dialogo tra fede e arte. Un monologo su Pietro che diventa un invito a riscoprire l’essenziale del Vangelo: l’amore che trasforma, rialza e invita a ricominciare. In fondo, come ha detto il Papa, «parla di amore». E oggi, forse più che mai, è questo ciò di cui abbiamo più bisogno.
fonte: vaticannews / catt.ch