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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 luglio 2025)
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  • L'ex esperto svizzero delle finanze vaticane assolto a Zurigo

    L'ex direttore dell'Autorità di informazione finanziaria (AIF) del Vaticano, il friburghese René Brülhart, è stato assolto il 17 luglio 2025 da un tribunale di Zurigo dalle accuse di corruzione che gravavano su di lui. Già indagato dalla giustizia vaticana nel caso dell'«immobile londinese» (affare Becciu), il giurista era stato condannato solo a una lieve ammenda.

    Con kath.ch/traduzione e adattamento redazionecatt

    Il tribunale distrettuale di Zurigo ha archiviato il procedimento contro l'ex supervisore bancario del Papa, riporta il quotidiano svizzero tedesco NZZ. Nel novembre 2024, la Procura di Zurigo aveva presentato denuncia contro il friburghese, in particolare per corruzione multipla di pubblici ufficiali stranieri. Le accuse riguardavano l'ottenimento indebito di informazioni economiche dal 2014 al 2016. L'esperto finanziario contestava le accuse.

    Il tribunale di Zurigo segue la difesa

    Sulla base delle sue indagini, la Procura aveva parlato di un «sistema di corruzione ben consolidato» a cui René Brülhart avrebbe partecipato. L'accusa chiedeva una pena detentiva di cinque anni per corruzione multipla di funzionari pubblici stranieri e istigazione alla violazione del segreto d'ufficio.

    Il tribunale di Zurigo ha tuttavia ritenuto che non vi fossero prove che le informazioni ottenute da René Brülhart tramite un intermediario privato tedesco con un passato nella Stasi (i servizi segreti della Germania dell'Est) fossero segrete e avessero quindi violato il segreto d'ufficio. Il tribunale ha quindi seguito l'argomentazione della difesa.

    Energico supervisore finanziario in Vaticano

    René Brülhart si è fatto conoscere a livello internazionale come supervisore bancario del Papa. A partire dal novembre 2012 ha lavorato per l'Autorità di vigilanza finanziaria del Vaticano (AIF), prima come direttore e poi come presidente. Questa autorità, creata nel 2010, è incaricata della lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Il giurista si è dimostrato un controllore energico e ha svolto un ruolo essenziale nella radiografia dell'Istituto per le opere di religione (IOR), talvolta chiamato «banca del Vaticano», nonché di altre autorità vaticane. Nel novembre 2019, tuttavia, il suo mandato di presidente non è stato prorogato.

    Oltre alle sue funzioni dirigenziali presso l'AIF, l'esperto finanziario era membro del consiglio di amministrazione di varie società con sede a Zurigo nel settore della consulenza e dell'analisi. Le attività commerciali ad esso correlate avevano portato al procedimento giudiziario a Zurigo.

    Condanna di un intermediario in Germania

    Secondo i media, l'intermediario tedesco che forniva informazioni a René Brülhart è stato condannato in Germania a quasi tre anni di carcere per aver corrotto agenti di polizia in Germania, Austria e Svizzera al fine di ottenere informazioni. Secondo il quotidiano svizzero tedesco Tages-Anzeiger, un contatto della polizia cantonale di Zurigo è già stato condannato in via definitiva in questo caso.

    Multa clemente nel caso dell'«immobile di Londra»

    René Brülhart è stato una delle dieci personalità convocate dalla giustizia vaticana nel caso del cosiddetto «immobile di Londra». Il più grande scandalo finanziario del pontificato di Francesco che ha riguardato una serie di malversazioni nell'ambito dell'acquisto di un immobile di lusso nella capitale britannica da parte della Segreteria di Stato. Il 16 dicembre 2023, sette degli imputati sono stati condannati per frode, appropriazione indebita, corruzione o abuso di potere in relazione all'operazione immobiliare e a pagamenti sospetti. Tra questi, il cardinale Angelo Becciu è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione, a 8000 euro di multa e al divieto permanente di esercitare cariche pubbliche.

    René Brülhart è stato assolto dal tribunale vaticano dall'accusa di partecipazione a malversazioni e manovre fraudolente. La corte lo ha ritenuto colpevole solo di non aver denunciato i fatti sospetti alla giustizia vaticana e lo ha condannato a una multa di 1750 euro. (cath.ch/kath/ag/arch/rz/traduzioneeadattamentoredazionecatt)

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