Nel cuore dell’Europa contemporanea un fenomeno sta attirando l’attenzione di sociologi, media e analisti: l’incremento, inaspettato e sorprendente, dei nuovi battezzati adulti nella Chiesa cattolica. Nelle giovani generazioni la secolarizzazione è diffusa, ma le statistiche registrano un crescente interesse verso il cristianesimo che spesso è vissuto come scelta libera e personale dopo i 18 anni. Accade un po’ ovunque: dalla Francia al Belgio passando per la Germania, l’Italia, il Regno Unito fino alla Svizzera (nelle diocesi romande dal 2021 al 2024, il numero di adulti battezzati all’anno è passato da 360 a oltre 600). Dati che sembrerebbero in controtendenza con la recente indagine sulla lingua, la religione e la cultura pubblicata dall’Ufficio Federale di Statistica, che invece documenta una diminuzione costante di aderenti alle confessioni religiose e alla frequenza alle funzioni, per non dire addirittura – come l’indagine mostra – in calo è anche la credenza in Dio. Resta invece in crescita il ritorno allo spirituale quando si vivono momenti difficili o malattie. Detto questo, probabilmente i due fenomeni coesistono.
L’esperienza di un parroco a Marsiglia
Un caso emblematico della rinascita religiosa è quello di padre Michel Marie Zanotti- Sorkine, prete francese dal passato vivace – è stato cantante, scrittore, poeta – diventato oggi simbolo di una fede viva e attraente. La sua parrocchia sorge nel cuore di uno dei quartieri islamici più difficili di Marsiglia. In pochi anni è diventata un luogo di rinascita spirituale. Come lui stesso racconta, aveva iniziato a celebrare nella cripta con una cinquantina di anziani fedeli, la chiesa era vecchia e ne era prevista la demolizione. Oggi è stata rimessa a nuovo e alla messa domenicale partecipano 700 persone. Quasi 200 adulti sono stati battezzati dal sacerdote, 34 solo nell’ultima Pasqua (quest’anno, nella notte di Pasqua, in Francia 10.384 adulti e più di 7.400 adolescenti tra gli 11 e i 17 anni hanno ricevuto il battesimo. Il che porta il numero totale di catecumeni che saranno battezzati in Francia nel 2025 a oltre 17.800, con un aumento del 60% in 10 anni). Nessuna ricetta, dice lui, se non la cura della liturgia, la chiesa sempre aperta, l’attenzione a chiunque bussi alla porta e la predicazione appassionata della Parola di Dio. E lui sta in confessionale fino alle 23 e oltre se necessario. «Le persone che incontro hanno tante domande, una grande ricerca di significato ».
Come mai questo ritorno alla fede?
Una prima risposta la dà il filosofo canadese Charles Taylor che ha definito la nostra età «post-secolare », cioè un’epoca in cui Dio non è più un presupposto ovvio della vita sociale ma nemmeno una figura del tutto rimossa. La fede non è più una questione «ereditaria» bensì il frutto di una scelta. Non fraintendiamoci: non che non accadesse anche in passato.
Ma è interessante osservare un ritorno al cristianesimo che passa attraverso l’esperienza del limite, del dolore e del bisogno di risposte profonde che il mondo, nonostante le più avanzate tecnologie e l’intelligenza artificiale, non riesce ad offrire.
La modernità certo ci ha promesso emancipazione ed autonomia ma ha anche prodotto solitudine, frammentazione e smarrimento. In questo scenario la proposta cristiana offre una amicizia umana (l’amicizia della Chiesa) e dà un senso alle domande costitutive dell’uomo. Li chiamano nuovi catecumeni. Ma non sono solo cifre statistiche. Sono la prova che la secolarizzazione non è riuscita a cancellare del tutto il sacro: lo ha reso opaco, più difficile da vedere, ma per questo anche cercato.
Il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han afferma che viviamo in un tempo in cui l’individuo è schiacciato dall’iperattività e dalla solitudine e ha smarrito la capacità di silenzio e profondità. Ed è proprio in questo vuoto – in una società dove «tutto è visibile ma nulla è veramente visto» – che si apre uno spazio inedito per il ritorno al cristianesimo come orizzonte di senso. Questi numeri, in fondo, ridefiniscono il concetto stesso di libertà. Se qualcuno andasse per le strade delle capitali europee a chiedere «cos’è la libertà?», la risposta sarebbe: tutto, qualsiasi cosa. Ma una libertà che significa qualsiasi cosa non è niente. La libertà vera deve avere un volto. E per chi fa questa scelta quel volto è diventato quello di Cristo e della Chiesa.
(redazionecatt)