Il 29 ottobre 2025, Monsignor Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra, Friburgo (LGF) ha firmato la carta relativa al codice di condotta che ora è vincolante per tutti gli agenti pastorali, sacerdoti e laici della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo.
«Entro il 15 novembre, tutti gli agenti pastorali avranno firmato questa carta con la quale si impegnano a rispettare il codice di condotta diffuso dalla diocesi da alcuni mesi», ha spiegato Mons. Morerod a cath.ch. «Questo documento di una trentina di pagine non è un regolamento del personale, ma piuttosto una serie di indicazioni fornite alle persone che hanno una missione canonica nella Chiesa, sia sacerdoti che laici. Non è redatto in termini di permessi o divieti, ma descrive una serie di atteggiamenti per operare un cambiamento nella cultura ecclesiale», aggiunge Mari Carmen Avila, delegata del vescovo per la prevenzione.
Una prima versione tradotta del codice della diocesi di Coira non era stata affatto apprezzata dagli agenti pastorali di LGF: troppi divieti per una visione quasi esclusivamente negativa. «Abbiamo rimesso mano al lavoro per sviluppare un testo che si concentri sugli atteggiamenti da adottare nelle relazioni all'interno della Chiesa», riprende il vescovo. La nuova versione ha suscitato alcune domande, ma nessuna opposizione frontale.
Uno strumento di dialogo
«Si tratta di uno strumento di dialogo, non di una spada di Damocle, e tanto meno di una ghigliottina, che deve consentire di avere una base comune per la discussione. La sua visione è molto più ampia della sola prevenzione degli abusi sessuali sui minori, per parlare dell'abuso di potere in generale che è alla base di tutti gli altri abusi», sottolinea la responsabile della prevenzione. Con il codice di condotta, possiamo oggettivare una situazione o un comportamento inappropriato piuttosto che opporre semplicemente due soggettività». Nel senso di ciò che la Chiesa chiama «correzione fraterna».
“Non confondere la propria voce con quella di Dio”
Il primo atteggiamento consiste nel prendere coscienza della propria posizione di autorità e nell'assumersi la responsabilità personale che ne deriva. La questione è tutt'altro che banale in un sistema ecclesiale in cui la figura del sacerdote e del vescovo era il riferimento assoluto che poteva decidere tutto senza possibilità di contestazione o discussione. Il codice di condotta osa affermare: «Non bisogna confondere la propria voce con quella di Dio».
La vicinanza emotiva, i comportamenti appropriati, l'accoglienza incondizionata sono altri atteggiamenti descritti nel codice di condotta.
Regole di condotta
Più concretamente, la seconda parte del documento sviluppa regole di comportamento su varie questioni, come l'accompagnamento spirituale, dove si indica, ad esempio, che questo non deve avvenire nella propria abitazione privata. Si tratta anche di gestire la vicinanza fisica, tenendo conto della sensibilità e del consenso della persona, ma anche delle abitudini culturali. Nell'accompagnamento dei minori, si chiederà sempre il consenso dei genitori e non si inviterà mai a casa propria uno o più minori non accompagnati.
Un paragrafo è dedicato anche alla comunicazione tramite i social network. Non si utilizzeranno i social network professionali per messaggi privati e viceversa. Si rispetterà il diritto all'immagine e alla privacy. Ovviamente sarà vietato tutto ciò che potrebbe essere considerato molestia. Il codice ricorda anche che la pedopornografia è un reato grave sia agli occhi dello Stato che della Chiesa.
Mettersi d'accordo sui termini
Una terza parte del codice di condotta contiene un glossario dei vari termini utilizzati. «Avere definizioni comuni è essenziale per garantire il dialogo», sottolinea Carmen Avila. Ad esempio, si può imparare cosa sia il «grooming», che consiste nell'adescare un minore con l'obiettivo di ottenere favori sessuali seducendolo o facendogli promesse o regali tramite i social network. Il termine «efebofilia» indica la preferenza sessuale di un adulto per giovani uomini o donne in età puberale tra i 15 e i 19 anni. Si distingue dalla pedofilia, che riguarda bambini non ancora in età puberale.
Infine, la guida fornisce i riferimenti delle istituzioni professionali che si occupano dell'accoglienza delle vittime di abusi. (cath.ch/mp/traduzione e adattamento redazionecatt)
Maurice Page/redazionecatt