di Laura Quadri
«Giovanni Battista Rusca (1881-1961) e lo spirito di Locarno» è stato il tema della conferenza tenuta dalla ricercatrice Sonia Castro e organizzata dalla Fondazione Spitzer nella Sala del consiglio comunale del Municipio di Locarno, lo scorso giovedì, 18 settembre.
Un momento importante per dare avvio ai festeggiamenti in ricordo dei 100 anni del Patto di Locarno per la pace, che culmineranno nel mese di ottobre.
Un ricco calendario di eventi
Dopo i saluti, per la Fondazione “Spitzer” di Diego Erba, Mauro Silacci ha portato i saluti del Municipio e del Sindaco. “Ricca – ha sottolineato Silacci – la programmazione multidiscplinare per celebrare il centenario del Patto, prevista nei prossimi mesi e resa possibile grazie a istituzioni e operatori culturali anche estere”, festeggiamenti il cui intento sarà quello di mettere in dialogo “storia e presente”.
Se il Patto rese Locarno faro di dialogo per l’Europa, il centenario intende parimenti “rinnovare” questo spirito, “trasformando la memoria in impegno civile, soprattutto alla luce del momento geopolitico attuale”. Infatti, “l’esprit di Locarno che fu di diplomazia e dialogo tra i popoli è un elemento che fa fatica a imporsi in questo periodo dove prevale sempre di più la legge del più forte”.
Un progetto di pace europeo
Rusca, che fu sindaco di Locarno per ben 41 anni, ha quindi subito ricordato la relatrice, “intese portare a Locarno, con la Conferenza di pace, quella serie di principi che si erano affermati sin dalla seconda metà dell’800 tramite le conferenze di pace all’Aia, l’Arbitrata internazionale, le diverse Leghe attive in diverse luoghi per la promozione della pace e che culmineranno nel 1920 con la fondazione, a Ginevra, della Società delle Nazioni, che diede nuove speranze quanto all’applicazione del diritto internazionale”.
Emerge così il profilo del Rusca, che fu “una delle personalità ticinesi di allora maggiormente inserite nel contesto internazionale. Più apertamente europeista, non soltanto diede sostegno alla collaborazione internazionale, ma mantenne un vivo interesse per le sorti dell’Europa, immaginando che ci si potesse muovere verso l’integrazione politica dei Paesi europei in vista di un progetto di pace europeo”.
L’impegno sin dagli anni giovanili
Un’apertura verso uno scenario sempre più ampio a partire dagli studi compiuti: Rusca frequentò infatti liceo di Lugano, e fu allievo di Arcangelo Ghisleri, studioso illustre nonché intellettuale impegnato per un ideale di democrazia, “intesa come metodo, costume, azione”. Rusca si trasferì in seguito a Losanna, frequentando la Facoltà di diritto. In quell’ambiente si avvicinò all’Associazione studentesca Helvetia, fondata nel 1932 e considerata bacino di reclutamento dell’élite politica svizzera. Proprio questo portò in seguito Rusca a supportare l’Unione interparlamentare e a partecipare ai suoi Congressi su tematiche attuali dell’epoca”.
L’Unione interparlamentare, ricorda Castro, “era nata nel 1889 con lo scopo di creare un concerto su scala mondiale dei deputati nazionali e con l’idea che ciò avrebbe portato a una democrazia rappresentativa nel mondo e così anche alla pace”.
La battaglia antifascista
In seguito dichiaratamente antifascista, Rusca si fece promotore nel 1934 del nuovo partito radicale liberale ticinese, “quale chiara presa di posizione rispetto ai compagni di partito che vedevano nel fascismo italiano un possibile partner di dialogo”. “Come dimostra Rusca, l’antifascismo – chiosa la relatrice – è dunque da iscriversi in una riflessione in cui pace e democrazia sono elementi inscindibili”.
Anche altre fonti storiche ricordano l’impegno di Rusca. Egidio Reale, repubblicano in Svizzera dal ’27, poi ambasciatore e ministro plenipotenziario a Berna, dieci anni dopo l’impegno antifascista di Rusca, lo ricorderà come “amico sicuro e generoso, capace di rimanere fedele alla causa comune”.
“L’attivismo antifascista di Rusca nel territorio elvetico lo vide collaborare con tutte le grandi imprese di cui abbiamo conoscenza; nei momenti più importanti lo ritroviamo a fianco di Canevascini, implicato ad esempio nel cosiddetto “Caso Gaetano Salvenimi”, storico italiano molto conosciuto, privato della nazionalità dal fascismo. A seguito del divieto che gli giunse di tenere una conferenza in Ticino, per i suddetti motivi, Rusca fece sentire la sua voce”.
Un altro episodio che vide Rusca schierarsi “fu il “Processo Bassanesi”, indetto per violazione dello spazio aereo, quando un velivolo partito da Lodrino distribuì dal cielo volantini antifascisti. Si aprì allora, nel 1930, un processo a Lugano, che vide schierarsi nella commissione di difesa anche il Rusca assieme ad illustri esponenti ticinesi antifascisti”.
Con lo scoppio della guerra civile spagnola, Rusca aderisce quindi agli “Amici della Spagna repubblicana”, il cui scopo era la raccolta di indumenti, medicinali e quanto potesse servire ai repubblicani in difficoltà.
Infine, le iniziative di carattere culturale: Rusca promosse infatti la creazione della Casa editrice “Le nuove edizioni di Capolago”, “promotrice di testi importantissimi: “Pane e vino” di Ignazio Silone, oppure la prima edizione del manifesto “Gli Stati uniti d’Europa”, “per un’Europa libera e unita”.
Altri aneddoti si aggiungono ad arricchire il profilo di Rusca: “Con la Resistenza la priorità divenne, dopo l’8 settembre ’43, l’aiuto ai rifugiati, che varcavano i confini. Rusca si impegnò per un sostengo concreto e materiale, rievocando quanto analogamente era già accaduto al tempo del Risorgimento italiano e ricordando nei suoi discorsi pubblici “la gran voce della fratellanza che risuona profondamente del nostro animo elvetico”.
Nel secondo dopoguerra, infine, “l’europeismo di Rusca non si esaurì ma anzi si mantenne in continuità con gli ideali coltivati durante la formazione giovanile”. Così Rusca ci richiama, conclude la relatrice, “a raccogliere l’esperienza di coloro che prima di noi hanno percorso la strada della pace; pace – per citare un volume recente della prof.ssa Arianna Arisi Rota – che è movimento progressivo, fatto di arresti e ripartenze, ma sicuramente motivo per mettersi in cammino”.