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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 ottobre 2025)
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  • Egidio Certonze, presidente della fondazione Sant'Angelo di Loverciano, con degli apprendisti

    L'opera educativa Sant'Angelo di Loverciano compie 75 anni

    Settantacinque anni fa, nasceva un’opera educativa sempre un passo avanti, che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per tutto il Ticino. Era il 1950 quando, su iniziativa di Mons. Angelo Jelmini, le suore della Santa Croce di Ingenbohl arrivarono a Villa Turconi a Loverciano (Castel San Pietro) per dare vita all’Istituto Sant’Angelo, destinato all’educazione e alla formazione dei giovani con difficoltà di sviluppo e disagio sociale, inizialmente provenienti dall’Istituto Sant’Eugenio di Locarno, subissato dalle richieste. “Quando ancora non esisteva a livello cantonale un ispettorato dedicato a questo settore, le Suore si prodigavano per accogliere questi bambini, scoprire le loro risorse ed attivarle, permettendo loro di raggiungere il massimo grado possibile di autonomia”, sottolinea Egidio Certonze, presidente della fondazione Sant’Angelo di Loverciano. Non è un caso che già nel 1976 è stata creata la sezione di tirocinio pratico, per aiuto cucina e aiuto guardaroba, per le adolescenti giunte al termine del corso di economia domestica e dell’obbligo scolastico. “L’impegno delle suore e degli educatori è sempre stato indirizzato verso la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse, in vista di un inserimento professionale di ragazze e ragazzi il più possibile normale, piuttosto che mera assistenza e assicurazione delle risorse materiali, seppur importanti”.

    La creazione della Fondazione per dare un futuro all’istituto

    Attorno all’anno 2000, a causa della crisi delle vocazioni religiose, l’istituto gestito dalle suore ha rischiato di chiudere. La prospettiva di perdere questo luogo di accoglienza e inclusione per i propri figli ha spinto un gruppo di genitori ad attivarsi per fare in modo che l’istituto potesse continuare ad operare secondo il suo scopo originale. Fra di loro c’era anche Egidio Certonze, che ha preso parte alla nascita, nel 2017, della fondazione Sant’Angelo di Lovarciano. “È grazie a mia figlia Maria, uno delle tante ragazze cresciuta e accompagnata a trovare la sua strada in questo luogo, che è iniziata questa mia avventura in un ambito da me inizialmente poco conosciuto”. L’opera della Fondazione si fonda su una visione educativa che mette al centro la persona e la relazione. Educare significa camminare insieme, costruendo quella “sicurezza interiore” che permette di affrontare la vita con fiducia. È un percorso che non riguarda solo chi è accolto, ma coinvolge l’intera comunità: perché ogni storia di crescita è anche una storia di incontro. Centinaia di ragazze e ragazzi con le loro famiglie hanno trovato a Loverciano un luogo dove essere accolti, ascoltati e accompagnati verso l’autonomia, grazie al lavoro quotidiano di insegnati, terapisti, educatori e formatori. Un approccio che ha portato frutti, come lo dimostrano gli eccellenti risultati conseguiti dagli apprendisti che hanno concluso il loro percorso di formazione ottenendo il primo posto nella certificazione federale di formazione pratica biennale.

    Il riconoscimento del valore dell’altro alla base dell’opera educativa

    L’anniversario dei 75 anni, che sarà sottolineato domenica 12 ottobre a Loverciano è l’occasione per ricordare una storia ancora oggi fondata prima di tutto sul riconoscimento del valore dell’altro. “I bambini, i ragazzi ed i giovani sono un bene per le loro famiglie, per noi, per gli insegnanti e per gli educatori. Le loro difficoltà e le loro domande, le loro esigenze specifiche, i loro desideri e le loro fatiche ci indicano non solo che ogni persona ha un valore, ma che tale valore apporta un bene, un vantaggio anche agli altri. Occorre sapere aprire gli occhi e guardare: questa è ancora oggi la sfida più grande”, evidenzia Certonze. “L’inclusione che desideriamo, in realtà, non è semplicemente inserire qualcuno in un ambito da cui è escluso. Ciò che desideriamo vivere e proporre è l’accoglienza: accogliere qualcuno che mi cammina a fianco. La fraternità vivace delle Suore di Ingenbohl, gli amici che hanno sostenuto l’impegno della nuova fondazione, la stima fra chi insegna, accompagna e forma, i tanti volti di iniziative gratuite a sostengo dei nostri ragazzi e delle loro famiglie sono ambiti in cui l’accoglienza reciproca è in atto, sostenendo ognuno sul proprio cammino. In questo senso, l’esperienza vissuta a Loverciano spazia oltre i suoi cancelli e oltre l’ambito specifico della disabilità, offrendo una proposta di vita ed una sfida valida per la società intera”.

    Programma dei festeggiamenti di domenica 12 ottobre

    09.30 – 10.15 Santa Messa

    10.30 – 12.30 Saluti istituzionali, testimonianze e momenti musicali

    12.30 – 14.00 Risotto offerto a tutti i partecipanti

    14.00 – 16.00 Animazioni e giochi, visite guidate di Villa Turconi e proiezione del cortometraggio “Senza confini” di Emmanuel Exitu.

    La Fondazione San’Angelo di Loverciano oggi

    Oggi la Fondazione accoglie giovani dai 6 ai 18 anni, offrendo una proposta educativa e formativa arricchita da sostegni terapeutici come la logopedia e da una vita comunitaria viva e concreta.

    Quattro sono i suoi ambiti di azione: la scuola con i gruppi educativi, la formazione professionale, la fattoria e le attività legate all’organizzazione di eventi. La scuola propone percorsi personalizzati e momenti di incontro e diverse occasioni di dialogo tra famiglie, insegnanti e ragazzi. Un esempio è il Cineforum mensile aperto a tutti come occasione di riflessione e responsabilizzazione rispetto ai compiti della vita.

    La formazione professionale, sostenuta   dall’Assicurazione invalidità, offre cinque percorsi biennali che spaziano dalla cucina all’economia domestica, dall’agricoltura alla manutenzione di edifici, fino al giardinaggio paesaggistico, con importanti risultati in termini di inserimento lavorativo.

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