“L’università ha il compito di creare uno spazio di luce e di dialogo”. Con queste parole, il Prelato dell’Opus Dei e Gran Cancelliere della Pontificia Università della Santa Croce, mons. Fernando Ocáriz, ha inaugurato - il 7 ottobre - il 41º Anno Accademico dell’Ateneo romano, richiamando l’importanza di maestri “desiderosi di trasmettere non solo conoscenza, ma anche sapienza”.
In questo spirito di apertura e ricerca, l’Università ha conferito quattro Dottorati Honoris Causa ad accademici di fama internazionale. Tra questi, spicca il Cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, insignito del titolo per la Facoltà di Teologia.
Koch: “La teologia al servizio dell’unità della Chiesa”
Nella sua prolusione, il Cardinale svizzero ha sottolineato che tutte le discipline teologiche devono essere concepite “al servizio della ricomposizione dell’unità della Chiesa”.
“Esse – ha detto – apportano il loro contributo peculiare, servendo la responsabilità intellettuale e l’approfondimento della fede della Chiesa”.
Per Koch, teologia e Chiesa sono “permanentemente interdipendenti” e solo in questa interazione possono offrire “un contributo insostituibile all’impegno ecumenico”.
Il prof. Philip Goyret, nella Laudatio, ha ricordato come il Cardinale, con il suo instancabile lavoro nel dialogo tra le confessioni cristiane, abbia costruito “ponti di comprensione fondati sulla carità evangelica”.
Un mosaico di saperi e di umanità
Accanto a Koch, sono stati insigniti anche il canonista Helmuth Pree (Diritto Canonico), il sociologo Pierpaolo Donati (Filosofia) e la docente britannica Anne Gregory (Comunicazione).
Ciascuno, come ha affermato il Rettore Fernando Puig, “ha cercato di migliorare la vita degli altri, aiutando a trovare senso e trascendenza nelle diverse aree del sapere”.
Pree ha parlato di “partecipazione” come chiave per generare una convergenza tra discipline diverse, mentre Donati ha ricordato che “il cuore della vita sociale non si trova nei numeri o nelle strutture, ma nel dono reciproco e nella cura dell’altro”.
Gregory, dal canto suo, ha definito la comunicazione “un atto di condivisione” e “ciò che tiene unita l’umanità”, fondata sulla fiducia e sul rispetto della dignità di ogni persona.
Nuova energia e coraggio per la ricerca
Nel suo intervento conclusivo, il Rettore Puig ha invitato la comunità accademica a non scoraggiarsi “di fronte a sfide che superano le nostre forze”, ma a trovare “nuova energia e coraggio” nella ricerca e nell’insegnamento. “Lavorare in un’università, e in particolare a Roma – ha detto –, è una grande fortuna, una vocazione di servizio che riconosciamo come fonte di speranza e di gioia”.
Un ateneo al servizio della verità
La cerimonia, preceduta da una Santa Messa votiva dello Spirito Santo nella Basilica di Sant’Apollinare, ha visto la partecipazione di studenti e docenti provenienti da 84 Paesi. Nell’Anno accademico 2024-2025 l’Università ha contato 1.264 studenti, 58 baccalaureati, 143 licenze e 53 tesi dottorali discusse. Oltre 2 milioni di euro sono stati destinati a borse di studio per 327 studenti.