La nuova Conferenza degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica in Svizzera (KOVOS) è stata fondata a Friburgo il 15 settembre 2025. Per la prima volta riunisce sia gli istituti maschili che quelli femminili di tutto il Paese.
Questa fondazione permette l’organizzazione di tutti gli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica, maschili e femminili, all’interno di una conferenza comune. Vale a dire un forum comune per lo scambio, la cooperazione e la presenza nella Chiesa e nella società.
Addio alle strutture esistenti
Le associazioni esistenti saranno sciolte sotto la propria responsabilità. L’Associazione degli ordini e comunità maschili (VOS’USM) ha già deciso a giugno, durante la sua assemblea generale, di procedere al suo scioglimento.
Gli statuti della nuova KOVOS, preparati da un gruppo di lavoro ad hoc, sono stati discussi, adattati e adottati. I delegati hanno poi eletto il primo comitato della nuova organizzazione, composto da due rappresentanti delle comunità femminili e tre rappresentanti delle comunità maschili.
Missione e responsabilità
La nuova KOVOS assume tutti i compiti precedenti, in particolare nel contesto della gestione degli abusi sessuali e spirituali nella Chiesa cattolica. A tal fine, continua a lavorare a stretto contatto con la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) e la Conferenza centrale cattolica romana (RKZ).
La KOVOS si considera la portavoce delle comunità religiose nella Chiesa e nella società: desidera rendere visibile la vita religiosa, unire le forze, far sentire una voce comune.
I conventi sono luoghi di preghiera e spiritualità che offrono orientamenti a tutte le generazioni. Sono centri di educazione e cultura, con scuole, università, archivi e biblioteche che irradiano ben oltre la Chiesa.
Molte comunità sono inoltre impegnate in servizi sociali e caritativi: cure infermieristiche, cure palliative, aiuto ai rifugiati, accompagnamento spirituale e consulenza.
I conventi fanno parte del patrimonio culturale e contribuiscono alla vita sociale attraverso la loro ospitalità, le chiese aperte e le manifestazioni. Anche se il numero di religiose e religiosi diminuisce, la loro presenza rimane un contributo spirituale e sociale importante, conclude il comunicato.
fonte: cath.ch / traduzione catt.ch