Il presente articolo apparso nell'inserto catholica del Cdt di Pasqua riprende alcuni dati e una citazione da me commentati in un blog precedente e aggiunge altre considerazioni Non è un tempo facile quello che sta vivendo la Chiesa cattolica in Svizzera come in buona parte dell’Occidente. I fedeli leggono di scandali di abusi, di statistiche di uscite dalla Chiesa, di calo di frequenza alla liturgia domenicale, di studi sulla crisi della frequenza alla Messa e – come il prossimo che sarà pubblicato in Italia a cura dell’Istituto Toniolo – del modo diverso, particolare in cui le nuove generazioni interpretano la spiritualità, non per forza in chiesa, non per forza come si è sempre fatto, anche se una spiritualità l’hanno ma pare che questa non arrivi sempre a Dio. Poi è vero, c’è la controtendenza dei catecumeni adulti, in Francia e in Belgio sono in netto aumento rispetto agli anni precedenti. Questa notte riceveranno il battesimo, segno di una scelta di fede adulta e matura, in settemila in Francia, fronte però a non più del 30% circa dei nuovi nati (in Italia circa il 70%) che viene battezzato. C’è chi va oltre il «cambiamento d’epoca» così definito dal Papa e parla di tramonto del cristianesimo. Un tramonto non da funerale però, ma premessa possibile ad una nuova alba. Parlare di alba guardando al mattino della resurrezione di Gesù apre indubbiamente alla speranza data dalla fede. Ma questa alba chiede la capacità e il desiderio di pensare il nuovo, di risorgere. La resurrezione è un movimento, un alzarsi da, un cambiamento, come è cambiato il corpo risorto di Cristo. Il cardinale Ratzinger riflettendo sulla necessità di riforma della Chiesa, anni fa, in uno scritto espresse questo paragone: «L’unica possibilità che abbiamo di cambiare in senso positivo un altra persona è proprio quello di amarla, trasformandola lentamente da ciò che è in ciò che può essere. Non diversamente avviene per la Chiesa. Basta guardare alla storia più recente: durante il rinnovamento liturgico e teologico della prima metà del secolo scorso è maturato un vero movimento di riforma che ha portato a trasformazioni positive. Ciò fu possibile soltanto perché sorsero uomini che amarono la Chiesa con cuore attento e vigilante, con spirito critico, capace di cogliere i segni dei tempi, e che furono disposti a soffrire personalmente per essa»*. Questa dinamica non assomiglia al cammino sinodale? Cambiamento d’epoca o tramonto verso una nuova alba che sia, alla fine se la Chiesa esiste per annunciare Cristo, questa dinamica oggi è necessaria più che mai. Buona Pasqua! leggi anche l'intervista di catholica/cdt e catt.ch al teologo Brunetto Salvarani in occasione della Pasqua 2024 Riguardo ai dati sulla frequenza alla Messa in Italia rinviamo a questo studio *la citazione è tratta da: Joseph Ratzinger, Perché rimango nella Chiesa, in Hans Urs von Balthasar - Joseph Ratzinger, Zwei Plädoyers. Warum ich noch ein Christ bin. Warum ich noch in der Kirche bin, 1971 Kösel-Verlag, München, trad. it., Perchè sono ancora cristiano. Perché sono ancora nella Chiesa, Queriniana, Brescia 2005 III ed., pp. 90-101. di Cristina Vonzun
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)